Non è convinto Ignazio La Russa a proposito della legge anti-ribaltone nella riforma sul premierato. Il Presidente del Senato storce il naso.
La rivoluzione di Giorgia Meloni per la politica italiana non ha convinto del tutto Ignazio La Russa, Presidente del Senato. In particolare la legge anti-ribaltone inserita nella riforma premierato ha fatto storcere il naso al noto politico che a Repubblica ha espresso qualche dubbio sulla vicenda.
La Russa e la legge anti-ribaltone nella riforma premierato
Intervistato da Repubblica, il Presidente del Senato ha spiegato quale sia la sua posizione in merito alla legge anti-ribaltone inserita nella riforma premierato voluta da Giorgia Meloni. La Russa ha confessato di non essere troppo convinto: “A titolo personale. Non ho ovviamente partecipato alla stesura del testo. Io toglierei quel meccanismo che prevede che, una volta caduto un premier, possa nascere un altro governo con un altro presidente del Consiglio, a patto di essere sostenuto da chi ha votato almeno una volta la fiducia al precedente esecutivo”.
Per il politico tale legge anti-ribaltone risulta essere “arzigogolata”. “Se devi fare l’elezione diretta del premier, allora meglio farla fino in fondo. Sarebbe meglio dire: se il premier si dimette o viene sfiduciato, si torna al voto”, ha spiegato.
Un passaggio anche sul ruolo del Presidente della Repubblica: “Non è vero che c’è una grave compressione, anzi: dovete ricordare che mantiene il potere più importante, quello di controfirmare le leggi. È il primo parere costituzionale sulle leggi”.
Come funzionerebbe la legge anti-ribaltone
Ma come funzionerebbe la legge anti-ribaltone nella riforma proposta dalla Meloni? La riforma proposta introduce appunto una “norma anti-ribaltone” che previene elezioni automatiche nel caso di caduta dell’attuale Premier. In questo caso offrirebbe l’opportunità di ricostruire la maggioranza esistente.
Questa norma è stata progettata per mantenere la coerenza della coalizione governativa. Nel caso attuale con la Meloni, se la Premier dovesse cadere, un altro esponente dello stesso schieramento politico potrebbe prenderne il posto, garantendo continuità e stabilità.