Abolizione dei senatori a vita, il premierato e i poteri del Presidente della Repubblica. Ignazio La Russa allo scoperto: la proposta.
Intervista a La Stampa per il Presidente del Senato Ignazio La Russa su diversi temi dell’attualità politica italiana. L’uomo ha sottolineato le sue idee in merito alla riforma del premierato, il ruolo dei senatori a vita ma anche i poteri del Presidente della Repubblica facendo anche una personale proposta.
Ignazio La Russa, i senatori e vita e il premierato
Nel corso dell’intervista, La Russa ha spiegato che l’idea dell’abolizione dei senatori a vita non lo convince. Allo stesso modo non gli piace l’idea del “premier di scorta” nominato dalla stessa maggioranza in caso di caduta del primo. Per quanto riguarda la riforma del premierato, invece, ha spiegato di come con essa non esisteranno più maggioranze incerte. Secondo il Presidente del Senato, infatti, le buone mediazioni “hanno il pregio di non accontentare e non scontentare nessuno”. La riforma sarà “volutamente minimale. L’obiettivo che il centrodestra si pone è quello di evitare l’instabilità governativa, perché serve una durata dei governi più lunga, di legislatura; l’altro obiettivo è il rispetto della volontà popolare che spesso è mancato in questi anni. Solo 5 articoli, niente di più”.
Sui senatori a vita: “La necessità nasce dalla riduzione dei parlamentari. Più piccolo è il Parlamento, più pesano i senatori a vita. Avevo fatto una proposta di legge nella scorsa legislatura in cui prevedevo che non avrebbero dovuto avere diritto di voto nelle mozioni di fiducia o di sfiducia al governo”.
Da qui la proposta: “Se ci fosse quindi un emendamento che anziché abolirli li riducesse a 2, massimo 3, ma senza il potere di votare fiducia o sfiducia al governo, non mi sentirei di condannarlo. Anche per coerenza con me stesso”.
I poteri del Presidente della Repubblica
“Vengono ridotte solo quelle che, per prassi e non per la Costituzione, il Capo dello Stato ha dovuto meritoriamente svolgere in questi anni, quando mancavano le maggioranze parlamentari. Di fatto quando c’è stata una situazione con maggioranze chiare, il Capo dello Stato non ha mai dovuto sopperire all’inadeguatezza delle forze politiche per tenere in piedi una legislatura. Quando negli ultimi tempi, invece, questo non c’è stato, è toccato giustamente al Capo dello Stato a trovare soluzioni per superare lo stallo”.