Migranti, si infiamma il caso Sea Watch: il capitano forza il blocco navale e l’Ong apre una raccolta fondi per sostenere le spese legali.
La Sea Watch ha deciso di forzare il blocco navale e chiede i soldi per le spese legali. Sapendo ovviamente che l’azione avrà delle conseguenze decisamente poco piacevoli per l’Ong, il capitano dell’imbarcazione e il capo missione.
Salvini al capitano della nave: Chi sbaglia paga
La mossa del capitano è stata criticata da Matteo Salvini, intervenuto sulla propria pagina Twitter:
“Chi se ne frega delle regole ne risponde, lo dico anche a quella sbruffoncella della comandante della Sea Watch che fa politica sulla pelle degli immigrati pagata non si sa da chi”.
Migranti, la Corte di Strasburgo respinge il ricorso dell’Ong. La Sea Watch vuole forzare il blocco navale
Dopo che la Corte di Strasburgo ha respinto il ricorso presentato dall’Organizzazione Non Governativa, il capitano della nave ha deciso di forzare il blocco navale – idea che aveva già presentato in un video -per raggiungere il porto di Lampedusa costringendo l’Italia a far sbarcare i migranti.
Ma anche se la nave dovesse raggiungere un porto italiano non è detto che lo Stato debba per legge far scendere a terra le persone. Aumenterebbe la pressione morale su Salvini, ma la questione legale sarebbe decisamente più complessa di quella immaginata dalla Sea Watch.
Di seguito uno degli ultimi tweet condivisi sulla pagina Twitter della Sea Watch
L’Ong con il capitano della nave
I vertici dell’Ong hanno fatto sapere di sostenere la decisione del capitano di forzare il blocco. Fallite le vie legali, per raggiungere l’Italia non resta altra ipotesi se non quella di infrangere le leggi.
La Sea Watch lancia una raccolta fondi per il capitano
Con un messaggio condiviso sui propri profili social, l’Ong ha fatto sapere di aver aperto una raccolta fondi per sostenere e aiutare il capitano della nave che, forzando il blocco, rischia sanzioni severissime alla luce del nuovo Decreto Sicurezza di Matteo Salvini.