Un latitante italiano è stato arrestato in Ecuador. Trattava partite di coca per i clan della ‘Ndrangheta. Presto l’estradizione.
MANTA (ECUADOR) – Un latitante italiano è stato arrestato in Ecuador. Il fermo è avvenuto domenica 15 marzo con Serafino Rubino che è finito in manette dopo diversi mesi di ricerca. Su di lui pende un mandato di custodia cautelare emesso dalla Procura di Reggio Calabria.
Nelle prossime settimane dovrebbe ritornare in Italia per scontare la condanna. L’iter diplomatico è stato avviato e presto dovrebbe essere concluso con il rimpatrio.
Arrestato un latitante italiano in Ecuador
Il nome di Serafino Rubino è finito nuovamente nel mirino degli inquirenti durante una inchiesta condotta del Gico di Napoli sul traffico internazionale di cocaina proveniente dal Sud America. Un’indagine che ha visto coinvolti anche persone campane.
Proprio questo fascicolo ha permesso agli inquirenti di segnalare ai colleghi ecuadoregni il latitante. Nel momento dell’arresto Rubino ha fornito un documento colombiano falso. A tradirlo i diversi tatuaggi presenti sul corpo che hanno permesso il riconoscimenti e di conseguenza il fermo. Nelle prossime settimane dovrebbe avvenire il rimpatrio ed essere trasferito al carcere di Reggio Calabria in attesa del processo che dovrebbe iniziare subito dopo la conclusione dell’emergenza coronavirus.
Il ruolo di Serafino Rubino
Il ruolo di Serafino Rubino era fondamentale nello spaccio di cocaina dei clan calabresi. Era lui ad avere contatti diretti con i narcotrafficanti sudamericani e cercare di portare in Italia la sostanza stupefacente. Un sistema scoperto dagli inquirenti nel 2016 con il latitante che è finito per la prima volta nel registro degli indagati.
La sua fuga si è fermata proprio in Ecuador con l’arresto nonostante un documento falso che attestava di essere colombiano. I tatuaggi, però, lo hanno tradito e nelle prossime settimane potrebbe avvenire il rimpatrio in Italia. Sono state avviate tutte le pratiche per riportarlo nel nostro Paese.