In Florida si è scatenata una protesta degli esuli cubani anticastristi contro la cantante italiana.
A Miami il collettivo anticastrista ‘Vigilia Mambisa’ si è scagliato contro Laura Pausini accusandola di filocomunismo. Il motivo scatenante sarebbe stata una fotografia del 2018 che ritrae la famosa cantante romagnola insieme ad alcuni membri del controspionaggio cubano. Gli esuli cubani hanno distrutto i suoi cd in segno di protesta con un rullo compressore.
Per il gruppo di dissidenti cubani esuli in Florida, Laura Pausini appoggerebbe il governo comunista di Miguel Díaz-Canel. Mentre distruggevano i cd nel quartiere di Miami Little Havana i cubani agitavano cartelli con scritto “Laura Pausini, castrista, comunista, amica di Díaz-Canel. Fuori da Miami”.
Ma Laura Pausini con le questioni politiche cubane c’entra poco. Cuba come tutti gli altri paesi dell’America Latina, centrale e meridionale è un paese dove la cantante italiana ha avuto un grande successo. In termini di copie venduti e premi, l’America Latina è un mercato molto più proficuo anche dell’Italia per la cantante romagnola, tanto da consegnarle quattro Latin Grammy, il premio musicale più importante in America Latina.
Laura Pausini nel mirino degli anticastristi
La cantante è quindi una star molto acclamata e benvoluta dalla popolazione cubana, come da quella degli altri paesi che l’hanno consacrata al vero successo. Nessuna delle sue relazioni con questi paesi però è di natura politica. Ma ora Pausini è diventata un nemico pubblico degli esuli cubani anticastristi a Miami.
I commenti di haters su internet non si sono di certo risparmiati. Un utente le ha scritto su Instagram che era andata a Cuba per alimentare la dittatura. Lei ha risposto ironica: “Ah quindi chi va a Cuba alimenta la dittatura? Non sapevo che funzionasse così. E allora se vieni in Italia che cosa alimenti? La pizza?“