Oggi si terrà un primo incontro tra il governo e le parti sociali al ministero del Lavoro con i sindacati. Le varie proposte sul tavolo.
Dalle 14 di oggi pomeriggio si terrà al ministero del Lavoro il primo faccia a faccia tra il governo e le parti sociali, i sindacati e rappresentanti di aziende. Questo incontro affronterà temi essenziali come il lavoro e le pensioni ma anche le emergenze economiche e sociali. Argomenti sui quali i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Landini, Sbarra e Bombardieri hanno chiesto un incontro direttamente alla premier Giorgia Meloni a Palazzo Chigi.
Tra i vari argomenti dell’incontro anche le modifiche al reddito di cittadinanza, il rafforzamento della sicurezza sul lavoro. Per quanto riguarda il tema del costo del lavoro secondo il presidente di Confindustria «Serve uno shock da 16 miliardi che significa dare 1.200 euro in più a lavoratore, strutturali e questo bisogna fare» ha detto Bonomi. Per le pensioni c’è da valutare l’impatto di ogni ipotesi sulla legge di bilancio. Si valuta anche un premio di un terzo sulla busta paga per chi rinvia la pensione per evitare fughe dal lavoro pubblico, soprattutto nella sanità.
I temi sul tavolo dell’incontro
Cgil, Cisl e Uil chiedono di costruire una pensione di garanzia per i giovani, dare la possibilità di uscire da 62 anni o con 41 anni di contributi a prescindere dall’età. Per quanto riguarda i benefit, il decreto aiuti bis ha innalzato l’esenzione a 600 includendo le spese di utenze domestiche, in più ci sono i 200 euro del buono carburante. L’idea del governo è quella di confermare queste misure del governo Draghi anche per il 2023.
La revisione del reddito di cittadinanza riguarda la distinzione tra i beneficiari in grado di lavorare che hanno bisogno di un sostegno e quelli che invece sono in condizioni di lavorare e inserirsi nel mondo del lavoro. Il reddito non finirà alla fine di quest’anno ma «non può essere una cosa che si dà a vita a chi può e deve andare a lavorare. Qualcosa si può progettare fin da subito, ne discuteremo con il ministro di riferimento, Calderone e anche con la coalizione. Credo che ci sia un’unione di intenti», ha detto il leghista Durigon.
Il governo punta a potenziare i centri per l’impiego per permettere che quei 660mila, il 75% dei percettori possa trovare lavoro e rinunciare al reddito.