Chiuse le indagini sulla morte di Luca Attanasio

Chiuse le indagini sulla morte di Luca Attanasio

I carabinieri del Ros in Congo per le indagini sulla morte dell’ambasciatore italiano Luca Attanasio. Arrestati i presunti assassini.

L’Italia si muove per rendere giustizia ai suoi servitori e ha avviato le indagini sulla morte di Luca Attanasio, ambasciatore italiano in Congo, e del carabiniere Vittorio Iacovacci. Risalgono alla seconda metà del mese di maggio i primi arresti per la morte dei due italiani. Nel gennaio 2022 la svolta nel caso con l’arresto dei presunti assassini di Attanasio.

Carabinieri

Le indagini sulla morte di Luca Attanasio, l’ambasciatore italiano in Congo

I carabinieri del Ros sono arrivati in Congo per raccogliere informazioni sulla morte dell’ambasciatore italiano Luca Attanasio e sulla morte del carabiniere Vittorio Iacovacci.

Nel corso delle indagini gli inquirenti proveranno a fare luce sui punti bui della vicenda. Il primo: come mai il corteo viaggiava senza scorta? Il secondo: chi ha esploso i colpi che hanno ucciso il carabiniere e ferito a morte l’ambasciatore italiano? I rapitori o i ranger, durante lo scontro a fuoco con i guerriglieri?

I primi arresti in Congo

Come riferito dai media congolesi, il presidente Felix Tshisekedi ha fatto sapere che sono stati arrestati alcuni sospetti per la morte dell’ambasciatore italiano in Congo.

“Le indagini continuano. Ci sono sospetti che sono stati arrestati. Vengono interrogati. Al di là di questi sospetti, c’è sicuramente un’organizzazione”.

Fonti governative, intercettate dall’Adnkronos, hanno fatto sapere che non ci sono stati nuovi sviluppi e che gli unici arresti risalgono al mese di marzo.

Ucciso il procuratore che indagava sulla morte di Luca Attanasio

Ad inizio marzo è stata diffusa sui social da Geopolitical Center la notizia della morte del procuratore che indagava sull’uccisione dell’ambasciatore italiano Luca Attanasio.

Secondo la ricostruzione riportata dalla RAI, il procuratore sarebbe stato ucciso in un’imboscata. Non si esclude che anche questa vicenda possa rientrare nel campo di indagine delle autorità italiane.

Indagato un funzionario Onu: “Non fornì una scorta adeguata”

È del 9 giugno la notizia dell’iscrizione sul registro degli indagati di un funzionario Onu, il quale non avrebbe garantito all’ambasciatore italiano una scorta adeguata. Il reato contestato è di omesse cautele.

Morte Luca Attanasio, arrestati i presunti assassini

La nuova svolta nelle indagini sulla morte dell’ambasciatore italiano arriva ad inizio 2022, quando la polizia del Congo comunica di aver arrestato i presunti assassini di Attanasio e di Vittorio Iacovacci, carabiniere di scorta. Le forze dell’ordine locali hanno arrestato tre gruppi criminali. Tra questi ci sarebbe anche quello che ha attaccato il convoglio sul quale viaggiava Attanasio. Sembra in realtà che l’uomo che ha premuto il grilletto in realtà sia ancora in fuga.

Indagati due dipendenti Onu

Come emerso nel febbraio 2022, due dipendenti del Pam, il Programma alimentare mondiale, agenzia dell’Onu, rischiano il processo per la morte di Luca Attanasio e Vittorio Iacovacci. Si tratta dei due soggetti che hanno organizzato la missione nella quale hanno perso la vita i due italiani.

Stando a quanto emerso nel corso delle indagini, i due funzionari avrebbero falsificato la richiesta di autorizzazione alla missione. Nel documento presentato per richiedere il via libera avrebbero inserito nomi falsi.

Chiuse le indagini sull’uccisione di Luca Attanasio

Nel febbraio 2022 i pm di Roma hanno chiuso le indagini a carico del vicedirettore del Programma Alimentare dell’Onu, accusato di omicidio colposo. L’ipotesi degli inquirenti è che il funzionario non abbia rispettato i protocolli di sicurezza. Gli inquirenti ritengono che Attanasio sia morto in un rapimento finito male. Lo scopo dei malviventi sarebbe stato quello di chiedere un riscatto. I rapitori avrebbero chiesto 50.000 dollari alle vittime per la loro liberazione.

Fonte foto: https://it.wikipedia.org/wiki/Organizzazione_delle_Nazioni_Unite

La ricostruzione dell’agguato

Le autorità del Congo hanno fornito una prima ricostruzione dei fatti attraverso un comunicato della presidenza.

Attanasio era arrivato a Goma nella giornata di venerdì 19 febbraio 2021. Il lunedì seguente, il 22 febbraio, un convoglio dell’Onu parte da Goma verso Kiwanja. Il convoglio, che viaggiava senza scorta, è caduto in un agguato, una vera e propria imboscata organizzata. La strada era sbarrata da ostacoli che hanno chiuso ogni possibile via di fuga. Il commando formato da sei persone spara in aria, poi uccide uno degli autisti.

A quel punto l’ambasciatore italiano e il carabiniere vengono portati nella foresta. Intanto è scattato l’allarme. Una pattuglia di ranger si reca immediatamente sul luogo ed entra in contatto con gli uomini del commando. Inizia uno scontro a fuoco. Iacovacci perde la vita probabilmente ucciso dagli aggressori, Attanasio viene ferito all’addome.

Secondo la ricostruzione, gli italiani sarebbero stati uccisi dai rapitori in una sorta di esecuzione, con colpi sparati da distanza ravvicinata. Ricostruzione smentita dall’autopsia: stando ai risultati degli esami, i due sono stati colpiti a distanza, e non da colpi esplosi a bruciapelo.

Le autorità del Congo hanno fatto sapere che tre persone sono state rapite. Questo dettaglio sembra avvalorare la tesi del rapimento finito in tragedia nello scontro a fuoco con i ranger, che hanno intercettato il commando in fuga con i prigionieri.

Intanto le Forze Democratiche per la liberazione del Ruanda, sul quale si erano concentrate le indagini in un primo momento, hanno fatto sapere di non essere coinvolte nella vicenda. Ovviamente la posizione andrà verificata nel corso delle indagini.

Perché il convoglio viaggiava senza scorta?

Gli inquirenti dovranno fare il punto della situazione e verificare la versione dei fatti sopra riportata. Poi dovranno fare luce su alcuni punti d’ombra. Il primo è legato al fatto che il convoglio viaggiasse senza scorta.

Secondo il governo del Congo, le autorità locali non erano a conoscenza del fatto che fosse presente anche l’ambasciatore italiano, e per questo non avrebbero messo in pratica i protocolli di sicurezza del caso. Ma il Pam ha reso noto che la strada era stata controllata e che era stata dichiarata sicura. Proprio su questo punto si concentrano le indagini dei carabinieri del Ros. Chi ha dato il via libera? In base a quali informazioni? La zona era stata controllata?