Il giornalista e conduttore di ‘Porta a Porta’, Bruno Vespa, ha voluto fare chiarezza su alcune sue posizioni. La lettera a Dagospia.
Spesso “arbitro” di discussioni accese in studio come quella recente su teleMeloni e Pd, Bruno Vespa, conduttore e giornalista di ‘Porta a Porta’ su Rai 1 è intervenuto tramite una lettera aperta a Dagospia per fare chiarezza su alcune sue posizioni relativamente alle posse politiche del Governo, i dazi di Donald Trump e molto altro.

Il confronto tra Bruno Vespa e Dagospia
Sembra proprio che il modo ironico e pungente di Dagospia di parlare delle tematiche calde del nostro Paese e anche di come i giornalisti prendano, spesso, posizione in merito abbia fatto “scaldare” Bruno Vespa. Il conduttore di ‘Porta a Porta’, infatti, evidentemente offeso per alcune stoccate di Dago, ha scelto di voler chiarire la sua posizione su tematiche calde dell’attualità politica italiana e internazionale.
La lettera
Il giornalista ha optato per scivere una lettera a Dagospia che, prontamente, ha ricevuto e pubblicato: “Caro Dago, amo molto la satira anche quando mi prende di mira. Conserverò tra le foto di famiglia più cara quella con la chioma di Giorgia Meloni. Ma la satira è una cosa, la realtà è un’altra“.
A questo punto, Vespa ha elencato alcuni punti importanti sui quali ha voluto fare chiarezza; “Nei 5 minuti del 3 aprile. 1) Ho detto che il consumatore italiano non è interessato ai dazi e su questo siamo d’accordo. 2) Sulle informazioni dei due presidenti di categoria ho detto che i medicinali italiani allo stato non sono tassati perché insostituibili e ne soffrirebbero gli ammalati americani. E che dei dazi sulla componentistica si valutera’ a maggio per non mettere in crisi l’industria americana”, ha scritto il giornalista.
Sui successivi punti, poi, Vespa ha aggiunto: “3) L’unico che ha avuto un parere difforme è stato il presidente di Coldiretti perché se i dazi fossero mantenuti perderemmo la clientela medio alta e resterebbe solo la alta. 4) Sul vino (e da produttore ne so qualcosa) ho chiesto al presidente dell’Unione italiana vini di commentare il surplus di 300 milioni che dovremmo pagare. 5) Il Pizzaiolo di Ribalta infine ha ammesso che con due euro in più, da 21 a 23 dollari, perché questo sarebbe l’aumento, non perderebbe clienti. Tutto qui. Aggiungi che in ogni sede dico che i dazi sono un errore formidabile e Trump ne pagherà il prezzo più degli altri. Grazie della pubblicazione e saluti cari. Bruno Vespa”.