La lettera di Tria non convince Bruxelles, c’è aria di bocciatura

La lettera di Tria non convince Bruxelles, c’è aria di bocciatura

Malumore a Bruxelles per la lettera dell’Italia all’Unione europea. Si va verso una bocciatura definitiva o l’inizio di una lunga trattativa tra le parti.

Lettera di Tria all’Ue, le sensazioni non sono positive. Stando a quanto riportato da il Giornale, la commissione europea non sarebbe rimasta particolarmente e favorevolmente colpita dal testo inviato dal MEF in risposta alla lettera inviata da Bruxelles sul debito pubblico.

Lettera dell’Italia all’Unione europea, i timori e le previsioni

Superate in qualche modo le tensioni all’interno del governo, con la lettera di Tria che ha scatenato la reazione di Di Maio contro la Lega, gli occhi del governo italiano sono ora puntati a Bruxelles. Il timore è quello di una bocciatura da parte dell’Unione europea, che potrebbe tradursi in una procedura per deficit.

Fonte foto: https://www.facebook.com/Banca-Centrale-Europea

La risposta da Bruxelles nella giornata del 5 giugno

Il giorno chiave per capire appieno la situazione è il 5 giugno, quando arriverà la risposta da parte della Commissione europea. Le ipotesi più probabili al momento sono due: una bocciatura netta dell’Italia o, nella migliore delle ipotesi, l’inizio di una nuova, lunghissima ed estenuante trattativa tra le parti. Una trattativa che potrebbe portare al collasso del governo giallo-verde.

La posizione della Commissione europea è quella espressa dal Ministro Tria in occasione dell’ultimo Consiglio dei Ministri prima delle elezioni europee. I soldi risparmiati dal Reddito di Cittadinanza (e da Quota 100) non possono essere investiti per altre riforme e sicuramente non possono essere messi a bilancio.

Roma 09/11/2018 – Il Ministro dell’Economia incontra il Presidente dell Eurogruppo / foto Samantha Zucchi/Insidefoto/Image nella foto: Giovanni Tria

Le mosse di Tria per evitare una manovra correttiva

L’unico modo per evitare una manovra correttiva è quello di dimostrare all’Unione europea che il deficit non supererà la soglia del 2,4% del Pil. Impresa difficile ma non impossibile.