L’intervista di Fanpage.it, a Tricarico: “L’Italia fornisca all’Ucraina le armi di cui ha bisogno, soprattutto i sistemi d’intelligence.
Tricarico ne è estremamente convinto e ci tiene a rincarare la dose: “Sono fondamentali e in questo campo noi siamo i migliori d’Europa”. A parlare è Leonardo Tricarico, ossia l’ex capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare italiana.
Alla vigilia del voto del Parlamento, circa l’invio o meno di armi a Kiev, Tricarico incita a spedire le munizioni, necessarie ai reparti di guerra ucraini, al fine di tutelarsi e controbattere le pesanti operazioni strategiche, messe in atto dall’offensiva russa.
L’ex capo di Stato Maggiore, inciterebbe però questo meccanismo, ad una chiara condizione: “Zelensky spieghi qual è il suo obiettivo finale. Se fosse quello di riacquisire sovranità incondizionata su tutto il territorio ucraino, anche quello controllato prima del 2014, ciò prefigurerebbe una guerra infinita. A queste condizioni, non dovremmo inviare armamenti”.
Le parole di Tricarico
Tricarico esprime i suoi intenti, confidandosi ai microfoni di Fanpage.it.
Il 21 giugno, il Parlamento si esprimerà su un nuovo invio di armi all’Ucraina. Lei è favorevole o contrario, a questo punto del conflitto e con l’attuale situazione sul terreno?
L’ex capo di Stato Maggiore, non si fa certo cogliere alla sprovvista e risponde a tono: “Prima di risponderle devo fare una premessa: mi auguro che il 21 giugno i parlamentari votino sulla base di conoscenze obiettive e non invece dell’ignoranza. Il Parlamento non di rado ha dato prova di scarsa competenza, e faccio due esempi su tutti”.
Il primo risale al lontano 2007, quando Franco Giordano, all’epoca segretario di Rifondazione Comunista, votò contro l’invio di droni Predator in Afghanistan motivando così il suo diniego: “Volete farmi credere che i Predator, con quel nome, siano mezzi di pace?”. Invece sarebbero stati molto importanti anche per la protezione delle nostre truppe. Altro esempio emblematico e molto più attuale: l’invenzione da parte di Giuseppe Conte, di una differenza tra armi offensive e difensive. “Ecco, mi auguro che il 21 giugno i parlamentari si esprimano quantomeno sulla base di informazioni corrette e non di valutazioni campate per aria”.