Sono molti i malumori all’interno del Partito democratico per le candidature per le elezioni.
Il Pd ha approvato le liste per le candidature per le elezioni del 25 settembre ma molti esponenti della base riformista non hanno partecipato al voto. Le polemiche di queste liste sono state molte e diffuse soprattutto da parte di chi è stato escluso o ha rifiutato la candidatura come Monica Cirinnà, prima firmataria della legge per le unioni civili. Anche Lotti ha attaccato la direzione del Pd criticando che la sua esclusione è stata politica. “La scelta è politica, non si nasconda nessuno dietro a scuse vigliacche” ha scritto Lotti su Fb.
“Il segretario del mio partito ha deciso di escludermi dalle liste per le prossime elezioni politiche. Mi ha comunicato la sua scelta spiegando che ci sono nomi di calibro superiore al mio.” L’ex ministro spiega di non avere intenzione di fare polemiche e di avere sempre agito per il bene del suo territorio e del suo partito. Lotti sottolinea di aver sempre atto l’interesse del Pd anche quando rischiava di sparire se tutti i riformisti nel 2019 l’avessero lasciato, in riferimento alla formazione di Italia Viva e Azione. Deluso Lotti dice: “Dispiace, e non poco, scoprire che i dirigenti del mio partito abbiano abbandonato uno dei cardini della nostra identità: il garantismo”. Nonostante tutto il deputato dichiara di restare sempre dalla parte del Pd. “Il Pd è casa mia. Lo sarà anche in futuro”.
I malumori nel Pd per i big esclusi
Un’altra big esclusa dalle liste è Monica Cirinnà che annuncia il rifiuto della candidatura. “La mia avventura parlamentare finisce qui, domani comunicherò la mia non accettazione della candidatura. Mi hanno proposto un collegio elettorale perdente in due sondaggi, sono territori inidonei ai miei temi e con un forte radicamento della destra. Evidentemente per il Pd si può andare in Parlamento senza di me, è una scelta legittima. Resto nel partito, sono una donna di sinistra ma per fortuna ho altri lavori. Non ho votato queste liste ma credo che anche altri rinunceranno”.
Il segretario Letta ha dichiarato l’impossibilità di ricandidare tutti i parlamentari uscenti a causa del taglio previsto dalla riforma. “Ho chiesto personalmente sacrifici ad alcuni. Mi è pesato tantissimo.” ha dichiarato così il suo rammarico Enrico Letta dicendo di aver cercato un equilibrio. Infine ha ringraziato coloro che spontaneamente hanno fatto un passo indietro in segno di rinnovamento.
Il segretario Enrico Letta sarà capolista alla Camera in Lombardia e Veneto mentre il rinomato Carlo Cottarelli, candidato con +Europa sarà candidato per il Pd come capolista al Senato a Milano. Un altro arrivo che ha sorpreso è stato quello del microbiologo Andrea Crisanti divenuto famoso ai tempi della pandemia che correrà come capolista nella circoscrizione Europa. Entrano nelle liste Pd anche il costituzionalista Ceccanti, al collegio proporzionale in Toscana.
Polemiche anche per i pochi nomi di giovani candidati nonostante la campagna sull’attenzione nei confronti dei giovani che promuove il partito democratico. Soltanto 4 giovani under 35 indicati come capolista: Rachele Scarpa, Cristina Cerroni, Raffaele La Regina e Marco Sarracino.