Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha dato la propria visione sul duello tra Giorgia Meloni e Elly Schlein, anche in ottica Europee.
Un confronto ma anche un duello per il presente e per il futuro. Francesco Lollobrigida ha avuto modo di parlare a La Stampa della “sfida” su più fronti tra la Premier Giorgia Meloni e la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein. Il ministro dell’Agricoltura vede nel dialogo tra le due un “segno di modernizzazione del Paese”. Allo stesso modo sembra essere intrigato da quello che potrebbe essere il loro duello in ottica Europee.
La sfida Meloni-Schlein: parla Lollobrigida
Il focus dell’intervista risulta essere rispetto alle prossime elezioni europee. Il ministro ha detto: “Sono un militante disciplinato, faccio quello che mi dice il partito. Ma abbiamo liste competitive e non serve il mio umile contributo”.
Lollobrigida si è sbilanciato poi sulla possibile candidatura di Giorgia Meloni: “Credo sia legittimo cercare di verificare nelle urne il consenso degli elettori“. A tal proposito, l’eventuale impegno della Premier non le dovrebbe togliere tempo agli impegni per il Paese: “Escludo che Giorgia sottragga tempo per la campagna elettorale. Certo, se uno si mette a girare tutti i paesi del collegio allora sì, ma nel suo caso candidarsi significa metterci la faccia”.
Esattamente come la Meloni, anche la Schlein potrebbe provare l’avventura Europee: “Sarebbe una bella sfida. Rappresentano due famiglie politiche in competizione: i socialisti che guardano a sinistra e i conservatori che si avvicinano ai popolari”, ha sottolinea il ministro dell’Agricoltura.
La divisione sul terzo mandato
Caldissimo anche il tema relativo al terzo mandato, fortemente voluto dalla Lega. In questo senso, le tensioni tra Fi, Fdi e Lega potrebbe risultare fastidiose e dare un vantaggio alle opposizioni.
Lollobrigida in questo senso non ha fatto giri di parole: “Dico che si rischia di fare un favore al Pd, o a una parte del Pd, visto che in gioco ci sono importanti regioni governate dal centrosinistra. La regola dei due mandati ha una logica: evitare che si creino blocchi di potere per più di dieci anni, che possono provocare, peraltro, la disaffezione degli elettori”.