Al salone di Parigi, Luca De Meo discute l’evoluzione del settore auto in Europa: ecco le dichiarazioni dell’ Ad di Renault.
L’industria automobilistica in Europa sta affrontando un periodo di profondi cambiamenti, ma secondo Luca De Meo, amministratore delegato del gruppo Renault, il futuro può essere ancora promettente.
Come riportato da Al Volante, ecco le dichiarazioni dell’Ad durante un incontro con i giornalisti italiani al salone di Parigi.
Luca De Meo e l’importanza del lavoro di squadra
Luca De Meo ha toccato il tema dell’alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi, definendola scherzosamente “un matrimonio moderno“. Aggiunge: “Ognuno fa le sue cose e facciamo insieme le cose che ha senso fare insieme“.
L’amministratore delegato ha spiegato che, in un mercato globale e sempre più complesso, le economie di scala sono essenziali.
Ma ha ribadito come: “Fondere insieme due aziende che stanno a 10.000 chilometri di distanza l’una dall’altra e operano su mercati diversi non avrebbe alcun senso“.
Per questo motivo, Renault continua a esplorare altre forme di collaborazione strategica, come quella con Geely, per la produzione di motori termici in Spagna e della Polestar 4 in Corea.
Riguardo all’elettrificazione del settore, l’Ad ha confermato l’impegno del gruppo, ma ha anche sottolineato che: “Nei prossimi due anni usciranno circa 100 nuove auto elettriche in Europa, ma noi portiamo avanti anche altre tecnologie“.
Le auto cinesi e la politica europea
De Meo ha, inoltre, criticato l’assenza di una politica industriale coesa a livello europeo, denunciando: “Il problema è che nei corridoi di Bruxelles ci sono troppi lobbisti che hanno interessi completamente diversi e non tengono conto dei problemi che negli ultimi anni hanno destabilizzato l’industria dell’auto europea“.
Secondo l’Ad, è cruciale che l’Europa mantenga la propria industria automobilistica forte e competitiva, poiché rappresenta una parte fondamentale dell’economia del continente.
“La bilancia europea dei pagamenti sta in piedi grazie all’industria dell’auto. Negli ultimi quattro, cinque anni si è concretizzato un disavanzo di 400 miliardi verso la Cina“, ha concluso.