In vista del confronto tra Belgio e Portogallo, l’interista Romelu Lukaku lancia una stoccata a Cristiano Ronaldo.
Durante la conferenza stampa indetta a Tubize, dove il Belgio si trova attualmente in ritiro, Romelu Lukaku ha tenuto un lungo incontro coi giornalisti. Domani i Diavoli Rossi voleranno in Spagna, a Siviglia, sede dell’ottavo di finale fissato per domenica contro il Portogallo.
Lukaku provoca CR7
Sui colleghi di reparto, Lukaku ha predicato fiducia nei propri mezzi: “Quando i critici si riferivano a Lewandowski e Benzema, parlavano sempre di attaccanti di ‘livello mondiale’, mentre io venivo descritto come un buon centravanti. Questa è stata una motivazione in più per lavorare e migliorare. Ora penso di essere nella lista dei migliori attaccanti. Mi piacciono le provocazioni, so come affrontarle”.
Quindi, il centravanti ha espresso considerazioni personali su Cristiano Ronaldo: “Lui ha vinto il titolo di capocannoniere di Serie A, ma noi abbiamo vinto il campionato. Era particolarmente importante vincere quel titolo e quello era il mio obiettivo. A Cristiano invidio il dribbling e il tiro. Al contrario penso che lui invidi un po’ la mia forza e la mia mira, e il nostro gioco di squadra”.
Riguardo, invece, ai rigori, Lukaku sente di essere cresciuto: “Ho imparato a tirare i rigori, a non pensare troppo e a non farmi distrarre dal portiere: devi essere concentrato e colpire bene la palla, stop. Ma non credo che domenica ci saranno i rigori. Speriamo di vincere prima. Siamo più maturi rispetto al Mondiale del 2018, quando venimmo eliminati in semifinale dalla Francia”.
Rispetto a tre anni fa diverse cose sono cambiate: “Nel 2018 eravamo toppo romantici. Abbiamo imparato che una partita si può vincere in molti modi. Per diventare campioni bisogna saper soffrire e nella sofferenza è incluso il fatto di dover stare lontani per tanti giorni dalle proprie famiglie”.
A proposito, infine, dell’imminente sfida in programma: “Domenica giocheremo contro i campioni in carica. I portoghesi hanno qualità individuali e collettive, sono molto fieri del proprio Paese, ma faremo di tutto per qualificarci”.