Durante una cerimonia di promozione di militari al grado di ufficiale generale, Lukashenko parla della rivolta dei Wagner.
La ribellione del gruppo Wagner sembra essersi fermata dopo la mediazione del presidente della Bielorussia Alexander Lukashenko. Tuttavia, lo stesso premier ha dichiarato che “non ci sono eroi” nella lotta armata dei miliziani di Prigozhin contro Mosca.
“Abbiamo perso di vista la situazione”
Durante una riunione con i vertici delle sue forze armate, il premier bielorusso Alexander Lukashenko ha affermato che “se la Russia crolla, tutti rimaniamo sotto le macerie. Moriremo tutti”.
“In nessun caso dovreste fare di me un eroe, né di me, né di Putin o di Prigozhin”, aggiunge Lukashenko. Le tensioni tra il gruppo paramilitare Wagner e l’esercito russo sono state gestite male, “tutti abbiamo perso di vista la situazione e poi abbiamo pensato come poteva essere risolta”, dice il presidente precisando che “due persone che hanno combattuto al fronte si sono scontrate”.
L’attacco Wagner e la ritirata
Per Lukashenko è stato “doloroso assistere” all’ammutinamento di Wagner di sabato scorso. “Anche molti bielorussi li hanno presi a cuore, perché la patria è una”, ha affermato. “Le rivoluzioni ‘colorate’ non scoppiano mai se un Paese non ne ha le ragioni”, aggiunge.
Tuttavia, grazie alla mediazione del presidente della Bielorussia, Evgeny Prigozhin ha sospeso la sua rivolta, e l’indagine nei suoi confronti verrà archiviata per evitare “un bagno di sangue“. “Nessuno perseguiterà i mercenari della Wagner visti i loro meriti sul fronte ucraino”, ha aggiunto il portavoce russo Dmitry Peskov.