Chi è Aljaksandr Lukashenko, il presidente della Bielorussia
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Direttore: Alessandro Plateroti

Chi è Aljaksandr Lukashenko, il presidente bielorusso mediatore di Putin

E’ in carica dal 1994, ma ha un passato da proprietario di una fattoria. Ecco chi è Lukashenko, da molti definito “l’ultimo dittatore”.

Tra elezioni spesso contestate a livello internazionale come non valide, leggi ideate per ampliare continuamente i suoi poteri personali e controllo degli oppositori, Lukashenko è il presidente-dittatore della Bielorussia dal 1994. Ripercorriamo insieme la carriera e la vita privata dell’amico e alleato di Putin.

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Chi è Aljaksandr Lukashenko: la biografia

Aljaksandr Lukashenko è nato a Kopys’, Bielorussia, il 30 agosto 1954 (sotto il segno della Vergine quindi).

In giovane età, nel 1974, consegue una laurea in Economia presso l’Università Pedagogica Statale di Mogilev, dopo la quale serve per diversi anni l’esercito dell’Armata Rossa. Nel 1985 si laurea per la seconda volta, all’Accademia Bielorussa di Agricoltura: nello stesso anno gli viene infatti affidata la direzione di un sovchoz, ossia di una fattoria sovietica statale.

Aljaksandr Lukashenko: la carriera politica

Dopo aver militato nell’organizzazione giovanile del Partito Comunista, Lukashenko decide di entrare ufficialmente in politica attraverso la fondazione di un nuovo partito, i “Comunisti per la Democrazia”, nel 1990. Sostenendo gli ideali di rendere l’URSS un’unione democratica, viene eletto deputato nel Parlamento bielorusso nello stesso anno.

E’ il 1994 quando però la rotta della Bielorussa cambia per sempre: presentatosi alle elezioni democratiche per il ruolo di Presidente del Paese, egli viene eletto al primo turno con il 45% dei voti, con sorpresa di molti. Al secondo turno ne ottiene quasi il doppio, l’80%. Da quel momento, non abbandona più la guida dello Stato.

Presentatosi come pronto a cacciare gli avversari “sull’Himalaya” in caso di vittoria, nei primi anni di mandato Lukashenko si distingue soprattutto per la sua lotta alla corruzione interna al governo e per il tentativo di stabilizzare l’economia bielorussa, compito – questo secondo – parecchio arduo, dal momento che il Paese si trova a dipendere in grande parte dall’estero, specialmente dalla vicina Russia.

E’ proprio con la Russia che il presidente allaccia un rapporto molto particolare e stretto: chiamato dagli oppositori “burattino di Putin”, Lukashenko trova nel capo del Cremlino un aiuto pressoché costante, che ricambierà allo scoppio della guerra in Ucraina, permettendo alla Russia di installarsi con l’esercito sul suo territorio e facendo diventare la Bielorussia il luogo del dialogo e della mediazione tra i due paesi belligeranti, ma senza mai entrare materialmente nel conflitto.

Al contrario, e sin da subito, Lukashenko trova invece ostilità da parte dei Paesi Occidentali: già nel 1995, Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale gli rifiutano dei prestiti per la mancata realizzazione di riforme che andavano fatte nella nazione.

In seguito, ad ogni sua nuova elezione, nel 2001, nel 2006, nel 2010, nel 2015 e nel 2020, l’ente europeo OSCE e altre organizzazioni internazionali gli contesteranno i risultati: Lukashenko viene sempre eletto con il 70-80% dei voti, scatenando proteste nella popolazione, prontamente messe a tacere con arresti da parte della polizia.

In tutto questo, infatti, Lukashenko mette in piedi un vero e proprio regime dittatoriale: nel 1996, accentra gran parte dei poteri nell’unica figura del Presidente della Repubblica, cioè in lui stesso, per poi eliminare nel 2006 qualsiasi limite al numero di mandati presidenziali possibili.

In questo clima, dunque, non stupiscono svariati licenziamenti di persone all’interno del governo non particolarmente gradite o anche il caso del volo Ryanair Atene-Vilnius che Lukashenko in persona ordina di dirottare il 23 maggio 2021: sull’aereo era infatti presente un suo oppositore, Roman Protasevic, arrestato all’atterraggio del velivolo per essere coinvolto in “attività terroristiche”, che sarebbero proteste antigovernative.

Aljaksandr Lukashenko: la vita privata

Aljaksandr Lukashenko si è sposato con Galina Zhelnerovich, con la quale ha frequentato l’università all’Istituto Mogilev: insieme hanno due figli, Victor e Dimitry (nato nel 1980), entrambi laureati all’Università statale in Relazioni Internazionali e con un passato nell’esercito. Il primo si occupa ora della sicurezza nazionale all’interno del governo, mentre il secondo è membro del Comitato Olimpico Nazionale.

Lukashenko ha però anche un terzo figlio, Nikolai, nato nel 2004 al di fuori del matrimonio, e presentato in pubblico solo nel 2008: in molti, pensano sia il frutto della presunta relazione del presidente con la sua dottoressa personale, Irina Abelskaya. Ad ogni modo, è proprio quest’ultimo che lo segue nei suoi impegni pubblici in giro per il mondo.

E’ molto probabile che “l’ultimo dittatore” voglia lasciare il potere ad uno dei suoi eredi, per far proseguire la linea politica da lui instaurata.

Aljaksandr Lukashenko: curiosità

Silvio Berlusconi si è dimostrato conciliante con il presidente, recandosi anche ufficialmente in Ucraina e dichiarando che Lukashenko era “amato” dalla sua popolazione che lo aveva votato.

Nel 2022, lo stesso Lukashenko ha affermato “Grazie a Dio abbiamo una dittatura“, svelando le carte in tavola.

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ultimo aggiornamento: 26 Giugno 2023 11:05

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