M5S e il caos sul simbolo: tutti i retroscena dietro una “bocciatura”

M5S e il caos sul simbolo: tutti i retroscena dietro una “bocciatura”

Il M5S affronta una sfida interna sul simbolo: rigettata la registrazione del marchio “2050”: ecco tutti i retroscena.

A pochi giorni dall’assemblea costituente del M5S, il dibattito interno su simbolo e identità del partito si intensifica. La questione del marchio è diventata un nodo centrale, accentuando le differenze di visione tra i leader.

Da una parte abbiamo Beppe Grillo, che vede nel simbolo del M5S un tratto intoccabile della sua storia. Dall’altra parte Giuseppe Conte, aperto all’idea di una nuova immagine più in linea con le prospettive strategiche future.

Intanto, il Ministero delle Imprese ha già respinto la richiesta di registrazione del logo aggiornato, presentato nel 2021, complicando ulteriormente la situazione.

Giuseppe Conte

Il simbolo del M5S: un “rebus” intricato

Nel 2021, come riportato da Adnkronos.com, il Movimento 5 Stelle aveva chiesto all’Ufficio brevetti e marchi di registrare il proprio nuovo logo, che include la scritta “2050“, riferimento all’obiettivo della neutralità climatica.

Tuttavia, nel 2023, l’Ufficio ha respinto la domanda con una motivazione che ha lasciato perplessi i vertici del M5S.

Secondo una nota del Ministero dell’Interno, che ha collaborato alla valutazione: “Il marchio contenente nella parte superiore del campo la scritta Movimento… qualora venisse ammesso a registrazione potrebbe essere riprodotto su materiali, articoli o servizi di natura economica e/o commerciale, con conseguente richiamo ad elementi presenti in contrassegni distintivi di soggetti politici vicini al richiedente, che si siano presentati alle varie consultazioni o intendano parteciparvi“.

Il Viminale ha specificato che il marchio, se usato in campagna elettorale, potrebbe aggirare le normative sulla propaganda elettorale. Di fronte al rifiuto, il M5S ha deciso di non presentare ricorso, interpretando il diniego come una conferma della “titolarità esclusiva del simbolo” del partito.

Il confronto tra Grillo e Conte

Il tema del simbolo non si ferma alla questione legale. La base del Movimento 5 Stelle ha manifestato l’esigenza di un rinnovamento, che comprenda nome e logo.

Tuttavia, ogni cambiamento deve essere approvato dal presidente del Movimento, in accordo con il garante, ovvero Grillo.

Secondo il costituzionalista Michele Ainis, una simile procedura limita la democrazia interna: “Il potere di ultima istanza spetta alla comunità degli iscritti, non agli organi di vertice“.

Conte, che punta a dare una nuova impronta al Movimento, si è mostrato favorevole a coinvolgere gli iscritti, in modo che sia la base a decidere se e come modificare il simbolo del M5S. Il garante, invece, difende l’attuale logo.