Domani il presidente ucraino parlerà alle Camere. Ma alcuni parlamentari filo-russi non staranno ad ascoltarlo.
In collegamento con Camera e Senato domani mattina ci sarà il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Dopo i suoi successi ottenuti al Parlamento canadese di Ottawa e al Congresso degli Stati Uniti, arriva il suo discorso al Parlamento italiano. Molti parlamentari filorussi, anzi filo-Putin soprattutto M5S però daranno forfait e non parteciperanno alla seduta in aula. Questo però non desta alcuna preoccupazione al presidente della Camera Roberto Fico che cerca di minimizzare questa fronda anti-Zelensky. La maggior parte di loro è composta da deputati grillini. Per non accentrare le attenzioni su questi dissidenti del Parlamento Fico, in un intervista al Corriere della Sera, ha liquidato come «posizioni isolate» le critiche all’iniziativa.
Inoltre, il presidente ha definito «incommentabile» la posizione di chi avrebbe voluto ospitare anche Putin dopo Zelensky. Questa fronda di oppositori all’iniziativa è composta da circa una ventina di parlamentari. A farne parte ci sono anche leghisti come Simone Pillon o ex-grillini come Gianluigi Paragone (Italexit) e o Veronica Giannone, in Forza Italia. Ma è composto soprattutto da membri MoVimento. Questo è un altro sintomo delle divisioni interne e dei malumori di molte correnti che animano il M5S. In questo caso però si tratta di frange della politica interna italiana molto vicine alla Russia e a Putin.
M5S e Lega contro Zelensky
Il governo giallo-verde di M5S e Lega è stato uno dei governi più vicini alla Russia e alla Cina di sempre. Non è un caso quindi che a dissentire della presenza del presidente ucraino Zelensky siano grillini e alcuni leghisti più radicali come Pillon. Non era un mistero, in tempi non sospetti, l’amicizia con Putin da parte dei politici giallo verdi. Nemmeno la politica estera lo ha dimenticato come dimostra l’episodio di Salvini con il sindaco polacco.