I "meme" di guerra: la nuova frontiera della comunicazione social
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Direttore: Alessandro Plateroti

I “meme” di guerra: la nuova frontiera della comunicazione social

bandiera ucraina

L’account ufficiale dell’Ucraina su Twitter sta commentando la guerra nel proprio paese tramite l’uso di meme.

Adolf Hitler che accarezza Vladimir Putin, come a congratularsi del lavoro svolto. Questa l’immagine postata dal profilo Twitter dell’Ucraina il 24 febbraio, giorno in cui è iniziata l’invasione russa sul suolo ucraino. Un modo estremamente moderno e interessante di commentare l’offensiva di Putin, per mezzo dei “meme”: l’ultima frontiera della comunicazione digitale. Ma qual è il risultato di tale strategia comunicativa?

Il meme postato dall’account ucraino su Twitter ha raggiunto un successo incredibile (1,8 milioni di like, 29mila commenti e 433mila retweet), figlio della straordinarietà della situazione, della voglia del pubblico di Internet di mostrare il proprio supporto e della genialità della comunicazione dell’account ucraino. Ma perché si definisce “geniale” l’uso di tale immagine? Semplice: l’immediatezza della comunicazione visiva cattura il pubblico e l’uso di figure storicamente significative – Hitler – fa capire subito all’utente l’analogia e il messaggio che si vuole far trasparire dall’immagine, ovvero la scelleratezza del leader russo, paragonata al “mentore” nazista.

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bandiera ucraina
Bandiera ucraina

La guerra tra Russia e Ucraina è la prima guerra nella quale uno stato decide di comunicare con il pubblico in questo modo. La scelta dell’Ucraina è però vincente: il supporto mostrato alla nazione di Zelensky è senza precedenti, e i contenuti virali postati dall’account ucraino sono un modo per gli utenti della rete di interagire direttamente con il Paese invaso. Da ciò, lasciando un like, commentando o retwittando, si può facilmente mostrare il proprio supporto nei confronti del popolo ucraino.

L’obiettivo: smuovere l’opinione pubblica

C’è però chi pensa che i meme non portino a nulla, in questo contesto. Charlie Gere, professore di sociologia all’Università di Lancaster, ha commentato: “Non credo che i meme possano in qualche modo contribuire alla fine della guerra”. Questo sembra ovvio, eppure Gere sembra aver sottovalutato l’importanza dell’opinione pubblica nell’ambito di un conflitto. E quale miglior modo di smuovere l’opinione pubblica se non per mezzo di una comunicazione estremamente chiara, di carattere virale, volta a catturare immediatamente l’utente che si imbatte nell’immagine postata, portandolo ad interagire con essa per esprimere il proprio supporto nei confronti del Paese invaso?

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ultimo aggiornamento: 21 Marzo 2022 15:18

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