M5s: la scelta clamorosa di Giuseppe Conte in caso di sconfitta

M5s: la scelta clamorosa di Giuseppe Conte in caso di sconfitta

Giuseppe Conte affronta il voto sul quorum a dicembre. Il leader del M5S pronto a lasciare se perde contro Beppe Grillo. Rischio scissione e sfida sul simbolo.

La prossima votazione all’Assemblea Costituente del Movimento 5 Stelle rappresenta un punto di non ritorno per Giuseppe Conte. Il leader del M5S ha dichiarato che, in caso di mancato raggiungimento del quorum, sarà pronto a lasciare la guida del partito. Questa decisione riflette un contesto di forti tensioni interne, alimentate dalle divergenze con il cofondatore Beppe Grillo, garante a vita del movimento.

Giuseppe Conte

Il confronto decisivo tra Conte e Grillo

Giuseppe Conte sta giocando una partita ad alta tensione. La convocazione del voto, prevista tra il 5 e l’8 dicembre, sarà cruciale non solo per il futuro del suo ruolo, ma anche per evitare una possibile scissione. In caso di sconfitta, infatti, diversi big del movimento potrebbero seguirlo in una nuova formazione politica, ponendo fine all’attuale configurazione del M5S.

La strategia del voto si intreccia inoltre con una campagna elettorale capillare condotta da Conte, che punta a coinvolgere gli iscritti e a sconfiggere le manovre di boicottaggio orchestrate dai sostenitori di Grillo.

Le implicazioni di un voto sfavorevole

Il raggiungimento del quorum è il nodo centrale della sfida. Come dichiarato dall’ex premier, un fallimento rappresenterebbe la conferma che il progetto politico del M5S non ha più il sostegno necessario per proseguire.

Tuttavia, Conte è consapevole che, anche in caso di vittoria, le tensioni con Grillo potrebbero sfociare in nuovi attriti legali e organizzativi. Grillo potrebbe infatti cercare di riorganizzare gli organi interni del partito, sostituendo figure chiave come Roberto Fico e Virginia Raggi.

Un altro punto critico è il controllo del simbolo del Movimento 5 Stelle, che Conte ha già dichiarato non contestabile da parte di Grillo. Nonostante ciò, l’ex comico sembra determinato a utilizzare ogni mezzo possibile per ostacolare la leadership di Conte.

In caso di mancato quorum, non si esclude una diaspora nel movimento, con la creazione di un nuovo soggetto politico guidato dall’ex premier. Questo scenario potrebbe avere profonde ripercussioni sia sull’elettorato grillino che sull’intero panorama politico italiano, soprattutto in vista delle future alleanze strategiche con altre forze progressiste.

La sfida tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo non è solo una battaglia interna al M5S, ma un passaggio cruciale per il futuro del movimento. La posta in gioco è altissima: dalla sopravvivenza dell’attuale leadership alla possibile nascita di una nuova realtà politica. Dicembre segnerà un momento decisivo per capire se il Movimento 5 Stelle è ancora capace di unirsi attorno a una visione condivisa o se la sua frammentazione è ormai inevitabile.