Il caso Autostrade si conclude senza revoca ma con un accordo che trasforma Aspi in una Public Company: il Movimento 5 stelle può essere soddisfatto?
Si conclude con un accordo il Cdm notturno su Autostrade, e i riflettori si spostano ora sulle reazioni nel Movimento 5 Stelle. I pentastellati si erano esposti in maniera significativa sul dossier chiedendo a gran voce la revoca delle concessioni. Alla fine il punto di caduta della trattativa è un accordo tra le parti che prevede un significativo passo indietro dei Benetton e la trasformazione di Aspi in una sorta di Public Company.
La trattativa condotta dal premier Conte
La sensazione è che la linea dura del Movimento 5 Stelle sia stata sfruttata per convincere Autostrade ad accettare le condizioni del governo. Quindi anche le dichiarazioni di Conte a il Fatto Quotidiano sembrerebbero strumentali. Minacciare la revoca imminente delle concessioni per assicurarsi un potere contrattuale nella fase finale e decisiva della trattativa.
Tradotto, il premier Conte potrebbe aver cavalcato le pretese del Movimento 5 Stelle per arrivare ad un accordo conveniente per lo Stato, come richiesto dal Pd e da Italia Viva. E il Presidente del Consiglio sarebbe stato disposto anche a tracciare una linea per procedere con la revoca. A mali estremi.
L’accordo con Autostrade può andare bene al Movimento 5 Stelle?
Resta ora da capire se l’ingresso di Cdp e il passo indietro dei Benetton, che scenderebbero inizialmente intorno al 10 per cento, possano essere condizioni sufficienti ad evitare un contraccolpo nel Movimento 5 Stelle.
È evidente che la riflessione in casa M5s sia tutta politica. Si valuta se l’accordo possa essere presentato all’elettorato come una vittoria, come un pareggio o come una sconfitta e resta da capire se la trattativa abbia avuto ripercussioni nel rapporto di fiducia con il premier Conte.