Le operazioni a Marsiglia contro il traffico di droga e la telefonata dal boss: la minaccia in radio a Emmanuel Macron.
Dopo 49 morti e 123 feriti connessi al traffico della droga nel 2023, Emmanuel Macron ha deciso di intervenire con una visita sorpresa a Marsiglia che fa seguito all’’Operazione Piazza Pulita XXL‘ che mobiliterà 4mila agenti supplementari e ventidue giudici di rinforzo per diverse settimane per fronteggiare raid e retate da parte delle due principali bande di trafficanti ‘DZ Mafia’ e ‘Yoda’. Il numero uno della Francia, però, ha anche dovuto fare i conti con delle minacce in piena regola ricevute da uno dei boss della città.
Macron, l’operazione anti-droga
“Vogliamo rendere sistematiche le operazioni di pulizia delle piazze, e questo è solo l’inizio di una serie di una decina di operazioni. È un lavoro che porteremo avanti per diverse settimane, e che poi applicheremo a una decina di città, metropoli o città intermedie”. Sono state queste alcune delle parole di Macron in occasione della sua visita a Marsiglia.
“Non cederò a un discorso disfattista. Il traffico di droga è una piaga globale in crescita. La droga è il nostro nemico. L’obiettivo è rendere la vita impossibile ai trafficanti”.
Da qui, appunto, l”Operazione Piazza Pulita XXL‘ che mobiliterà 4mila agenti supplementari e ventidue giudici di rinforzo per diverse settimane
La minaccia in radio
Al netto della posizione di Macron, i clan della droga non sembrano affatti spaventati. Anzi. Come sottolineato da Libero che cita il Corriere della Sera, nella giornata di mercoledì 20 marzo, un boss dello spaccio proprio di Marsiglia ha sfidato pubblicamente il presidente francese.
In che modo? “Chiamando dal carcere la radio pubblica France Info, con un telefonino in teoria vietato”.
“Con gli altri detenuti ci siamo fatti una bella risata”, avrebbe detto l’uomo. “Il traffico si gestisce da qui, in prigione, non avete idea della quantità di soldi in ballo. Con i poliziotti schierati ci sarà solo più sangue, perché nessuno rinuncerà alla sua ricchezza”, le parole del detenuto.