Alcuni militanti hanno sparato in aria per disperdere la manifestazione delle donne.
A Kabul i diritti delle donne sono quasi scomparsi. Anche il diritto di protesta viene negato. I talebani armati di di fucile d’assalto hanno sparato diversi colpi per interrompere una manifestazione organizzata da una quarantina di donne. Le donne chiedevano il ripristino del diritto femminile all’educazione e alla partecipazione alla vita pubblica.
Secondo France Presse, decine di donne avevano organizzato di sfilare davanti al ministero dell’Educazione. Ma sono subito intervenuti i talebani sparando raffiche di colpi in aria per disperdere le donne che protestavano per rivendicare i loro diritti. Alcune donne si sono rifugiate nei negozi vicini, dove sono state inseguite e picchiate. Prima del blitz, i talebani militari avevano bloccato un incrocio vicino al corteo. Uno dei talebani avrebbe anche simulato uno sparo mirando alle manifestanti.
Un anno di diritti negati in Afghanistan
La protesta delle afghane era stata organizzata in vista del primo anniversario del ritorno dei talebani a Kabul, il 15 agosto quando hanno ripreso il potere dopo l’arrivo degli americani nel 2003. Da un anno il governo democratico che gli alleati avevano instaurato è stato spazzato via. Sono iniziate le restrizioni ai diritti e alla libertà delle donne, iniziando dall’obbligo del burqa e alla negazione dell’istruzione. Le manifestanti portavano uno striscione che recitava: “Il 15 agosto è una giornata nera”. E intonavano slogan come “Giustizia, giustizia. Siamo stufi dell’ignoranza”.
Poco prima dell’accaduto, c’era stata una forte esplosione è in un ufficio per il rilascio di passaporti a Dasht-e-Barchi, insediamento a Ovest di Kabul con una popolazione a maggioranza sciita. Non sono ancora giunte rivendicazioni ma la sede dell’attacco lascia supporre che l’episodio possa essere inquadrato nella recente ondata di attentati dell’Isis ai danni della minoranza sciita Hazara.