In audizione al Senato, Carlo Bonomi dichiara: “Bene i benefici fino a 1.400 euro a redditi bassi. Non mi interessano gli sgravi per assunzioni”.
Sebbene sia favorevole ad alcuni focus della nuova Legge di Bilancio, il presidente di Confidustria, Carlo Bonomi, ritiene che sia “incompleta”. Sotto il mirino l’assenza di sostegni agli investimenti privati, come anche “una strategia finalizzata alla crescita e alla competitività”.
Sostenere famiglie a basso reddito
Lo afferma Carlo Bonomi in audizione sul Ddl bilancio davanti alle commissioni riunite bilancio di Senato e Camera. “In questo momento bisogna sostenere le famiglie a basso reddito“, commenta giudicando “positiva” la somma del taglio del cuneo contributivo e la revisione delle aliquote Irpef.
“Stimiamo che tra i 9.000 e i 35.000 euro di reddito si avrà un effetto benefico tra i 560 euro e i 1.400 euro”, dichiara. “Non mi interessa la minore Ires se io assumo, perché non abbiamo problemi in questo momento di occupazione”, spiega Bonomi. Bensì, l’Italia soffre la “mancanza di profili, mancano 800mila profili”.
“Lì ci sono risorse che si possono prendere e mettere su Industria 5.0 e investimenti”, sottolinea il Presidente di Confindustria sottolineando che per gli incentivi all’assunzione “ritengo non corretto utilizzare risorse pubbbliche, come imprenditore perché creare posti lavori e assumere è il mio mestiere. Prendere soldi pubblici per fare il mio mestiere non mi piace“.
Bonomi: “Toglie un miliardo alle imprese”
Per Carlo Bonomi, considerando sia la legge di bilancio che la delega fiscale, “siamo nella rarissima occasione dove una manovra espansiva toglie risorse al sistema produttivo perché toglie l’Ace“, 4,6 miliardi.
Siamo quindi “in negativo di un miliardo”. Come afferma il Presidente di confindustria, su 30 miliardi di misure estensive della manovra, quasi al 55% sono dedicate ai lavoratori e solo il 9,4% alle imprese. “Non è per noi più rinviabile aprire un percorso favorevole alla crescita“, chiosa.
Ancora investimenti in calo
“L’economia italiana come quella europea ha rallentato e si è fermata” a causa dell’inflazione alta e dell’aumento dei tassi di interessi.
A preoccupare Carlo Bonomi è soprattutto il calo degli investimenti, che “nel 2021 e nel 2022 avevamo avuto rispettivamente un +20,7% e +9,7%, molto superiori a quelli registrati negli altri Paesi europei, e quest’anno stanno rallentando“.
Facendo riferimento ai numeri reali, il presidente di Confindustria precisa che è stato registrato “-1,7 nel secondo trimestre e praticamente zero rispetto al secondo trimestre del 2022″. “Inoltre rileviamo ulteriori segnali di rallentamento almeno fino alla metà del prossimo anno in tema di investiment”, conclude.