Il movente dell’omicidio di Manuel Costa, lo chef ucciso il 10 marzo a Roma, sarebbe legato a questioni di denaro.
Il 10 marzo lo chef Manuel Costa è stato ritrovato privo di vita all’interno di un’auto nel quartiere Esquilino. Si tratterebbe di un chiaro caso di omicidio. Manuel – il cui vero nome è Emanuele Costanza – era il titolare dell’Osteria degli Artisti. Stando a quanto appreso, il killer si è già costituito alle forze dell’ordine.
L’omicidio è avvenuto a Roma, il 10 marzo 2023. Il colpevole è un uomo di 42 anni: secondo quanto appreso, si è già costituito alle forze dell’ordine. L’omicida ha ucciso con diversi colpi di pistola il titolare di un’osteria nel quartiere Esquilino. Nel momento in cui si è costituito, ha dichiarato alle forze dell’ordine: “L’ho ucciso a colpi di pistola”.
Alla luce delle più recenti attività investigative potrebbe essere emerso il movente che ha spinto l’omicida ad uccidere lo chef. Secondo quanto emerso, Manuel Costa aveva un debito di ben 100 mila euro. Olytre a gestire uno dei locali di via Germano Sommeiller, il Metropolis, Costa gestiva anche la pizzeria accanto all’Osteria degli Artisti. Ed è proprio l’ che è avvenuto l’omicidio.
Le registrazioni inviate dalla vittima prima di morire
«Noi ci eravamo messi d’accordo che a maggio mi avrebbe dato 100mila euro. Ma mo’ sti 100mila euro non me li da finché non lo metto in condizioni di aprirlo. Io gli ho detto non è che dipende da me, dipende da te». Sono queste le parole di Manuel Costa, apprese attraverso un vocale inviato poco prima della sua morte a Fabio Giaccio.
Il racconto prosegue: «Mi ha rincastrato il fratello di Fabio, che mi stanno a fa tutte cose e proposte. Te damo i sordi però prima apri il locale. Fra un mese se il locale lo fai funzionare…allora ti diamo i soldi. Io gli ho detto senti: l’ultima volta ha preso, mi ha mollato le chiavi e se n’è andato via».
E continua: «Ho dovuto pagare l’affitto gennaio, febbraio e marzo e sono tre mesi che tengo il locale chiuso. Io indietro non gli ho ridato più una lira logicamente. E neanche ti do niente. Io non ti ho mandato via. Il locale sta qua, tu te ne sei voluto andare via e io ho dovuto pagare i tre mesi di affitto. Mo rivuoi il locale perché non vuoi perdere quei 30mila euro che hai speso. Però mica li ha dati a me. Ci ha pagato gli affitti, li abbiamo pagati insieme».
«Tu hai fatto di testa tua – conclude – perché volevi avere l’ambizione di poterlo gestire da solo. Poi hai capito che senza di me non vai da nessuna parte perché non sai come si fa la pubblicità. Tu sei antico, sei campagnolo. Sei della Campania e non le sai certe cose. Mo l’ha capito e si è messo vicino a me. Mo’ adesso dobbiamo riaprire sto’ locale, però gli ho detto porta almeno 5mila euro domani perché dobbiamo pagare la roba da magnà, i food blogger, i volantini».