La decisione di Stellantis di mettere in vendita la storica fabbrica Maserati a Grugliasco segna la conclusione dell’ambizione di Marchionne.
Una volta, Torino doveva diventare il Polo del Lusso mondiale attraverso la fabbrica di Grugliasco, l’ex complesso Bertone, destinato a rivitalizzare Maserati, ma con Stellantis tutto è cambiato. Questa visione, tenuta cara da Sergio Marchionne, oggi s’infrange. Stellantis, nato dall’unione di FCA e PSA, ha messo in vendita l’iconico sito del Tridente su Immobiliare.it. Questa mossa segna una svolta amara, ma necessaria, poiché le ambizioni automobilistiche italiane non si sono concretizzate come sperato.
La rinascita di Maserati
Riposizionare Maserati nel panorama mondiale: questo era l’obiettivo nel 2014, quando Marchionne inaugurò la nuova sede di Grugliasco, acquisita da FCA nel 2009. Torino doveva rappresentare il cuore pulsante della rinascita di Maserati. Inizialmente, il brand ha realizzato queste aspettative, ma col tempo si è scontrato con la dura realtà del mercato, facendo deragliare il piano industriale originale. Di conseguenza, Maserati è ora in una situazione critica.
Le difficoltà del marchio
Dal 2017 al 2021, la produzione di Maserati è precipitata da 55.000 a 8.000 auto. Il montaggio dei leggendari modelli del Tridente è stato spostato da Grugliasco a Mirafiori. Inoltre, Lear, fornitore di sedili per Maserati, prevede 300 licenziamenti e l’interruzione degli ammortizzatori sociali è imminente. Gli operai stanno pianificando azioni di protesta e scioperi a partire dal 6 novembre.
Non è la prima volta che Stellantis tenta di vendere il sito di Grugliasco Agap. Nel passato, potenziali acquirenti come Dr Motors hanno esaminato l’offerta, ma hanno deciso di non procedere. Ora, la “fabbrica dei sogni” si avvia alla chiusura entro la fine dell’anno. Situata in Corso Alemanno, copre 205.000 mq, con 100.000 mq dedicati alla produzione. Sebbene il sito sia stato recentemente rinnovato e ospiti parte della linea di produzione Maserati, si prevede che verrà dismesso entro il 2023. Un capitolo storico dell’industria automobilistica italiana che si conclude.