Marco Cappato e l'eutanasia
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Marco Cappato e l’eutanasia

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Cappato, nel corso di un’intervista rilasciata a Fanpage.it: “Se avessimo votato referendum eutanasia, oggi saremmo un Paese diverso”.

Le parole di Marco Cappato suonano dure e schiette, ad un tempo: “Se la Corte Costituzionale non avesse impedito agli italiani di votare, noi oggi saremmo il primo Paese occidentale ad aver legalizzato eutanasia e cannabis, attraverso un referendum. Saremmo un Paese diverso”. Il pensiero di Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, divampa come un boomerang violentissimo, finendo per esplodere sui microfoni di Fanpage.it.

Fabio Ridolfi è deceduto il 13 Giugno. La sorte ha voluto che la sua morte avvenisse solo 24 ore prima della giornata in cui, previa ammissione in Corte Costituzionale, si sarebbe potuto votare, circa il referendum sull’eutanasia. Fabio aveva esplicitamente implorato di poter espletare il suicidio assistito. Ridolfi era stanco di lottare da ormai 18 anni, contro una patologia irreversibile. L’uomo avrebbe potuto ottenere facilmente il suicidio assistito e invece è stato costretto a servirsi della sedazione.

Cappato, da anni strenuo sostenitore della questione legata al suicidio assistito e all’eutanasia legale, si confida ai microfoni di Fanpage.it: “Se la Corte Costituzionale, presieduta da Giuliano Amato, non avesse impedito agli italiani di votare, noi oggi saremmo il primo Paese occidentale ad aver legalizzato eutanasia e cannabis, attraverso un referendum. Saremmo un Paese diverso”.

Le parole di Cappato

Cappato rincara la dose: “Cosa succede adesso? La realtà sociale, che quel referendum voleva sollevare, ovviamente, è rimasta lì dov’era. Anzi, ogni giorno che passerà, sarà una realtà sociale sempre più consistente, perché con l’aumento del potere della medicina, aumenta il numero di persone in quelle condizioni”.

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Rispetto alla questione Ridolfi, Cappato è poi esploso, manifestando il suo pensiero diretto: “Il caso di Fabio Ridolfi è particolarmente grave. Lui non avrebbe avuto bisogno dell’eutanasia e del referendum, gli bastava che venissero rispettate le regole che già ci sono. L’eutanasia legale lo avrebbe magari facilitato in questo percorso, però quello che lui chiedeva era di applicare le regole che già esistono e che ha stabilito, nel mio processo, la Corte Costituzionale. Che ha, cioè, stabilito quelle condizioni che già avrebbero dovuto consentire a Fabio di esercitare il proprio diritto. Il ministro della Salute, da un anno, sarebbe dovuto intervenire con circolare ministeriale, con un intervento alle Regioni, per chiarire che c’è un dovere del sistema sanitario, di rispettare la sentenza della Corte Costituzionale”.

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ultimo aggiornamento: 15 Giugno 2022 15:02

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