I fatti di Miami che hanno coinvolto il ragazzo italiano, Matteo Falcinelli, hanno portato Mario Giordano a dire la sua in diretta tv.
Anche Mario Giordano ha voluto dire la sua sulla vicenda, diventata ormai di dominio pubblico, legata allo studente italiano, Matteo Falcinelli, pestato dalle forze dell’ordine a Miami. Il giornalista, ospite di ‘Prima di domani’ ha fatto un parallelo importante con tanto di affondo, senza mezze misure, rivolto al presidente degli Stati Uniti, Joe Biden.
Mario Giordano e il caso Falcinelli
Nel corso dell’ultima puntata andata in onda su Rete 4 di ‘Prima di domani’, ecco il giornalista dire la sua su quanto accaduto negli States ai danni di Matteo Falcinelli, il giovane italiano fermato e pestato dalla polizia. “In Italia abbiamo parlato tanto di Ilaria Salis…”, ha esordito Giordano commentando il fatto e le immagini del pestaggio andato in scena a Miami ai danni del ragazzo italiano.
E poi ancora l’affondo: “Non è solo il fascista Viktor Orban, ma anche il democratico Joe Biden che nel suo Paese, evidentemente, tollera dei metodi che non fanno parte della civiltà giuridica, come si diceva adesso”, ha aggiunto facendo un parallelo tra Orban, tanto criticato, e il numero uno degli USA che, a quanto pare, risulta, a suo modo di vedere, “intoccabile”.
La testimonianza di Falcinelli dopo Miami
Nelle scorse ore, sul caso Falcinelli sono arrivati diversi commenti e opinioni. Le più importanti, però, sono state quelle del diretto interessato. Al Quotidiano Nazionale, infatti, il giovane ha spiegato quanto vissuto: “In quei giorni terribili mi sentivo una pedina nelle mani di altri. È stato difficile, tanto difficile e lo è tuttora anche soltanto tentare di uscire con la mente da quando ho vissuto”.
Falcinelli ha ricordato con grande agonia quanto accaduto in carcere: “Avevo perso ogni speranza: non potevo telefonare a nessuno, mi sono sentito abbandonato nel dolore e nel freddo di quella prigione. Pensavo solamente ’Ma qualcuno saprà che sono qui? Che fine farò? Resterò qui per sempre”. Il giovane ha spiegato di essersi sentito solo e si aver sofferto “come un cane” dopo essere stato torturato per 13 minuti dalla polizia e incaprettato nella stazione di North Miami Beach.