Matteo Renzi attacca Giuseppe Conte, definendolo rancoroso e inadeguato a dare lezioni politiche. I dettagli dell’intervista.
Matteo Renzi, leader di Italia Viva, ha rivolto un duro attacco all’ex premier Giuseppe Conte durante un’intervista a Lo stato delle cose su Rai 3. Renzi ha dichiarato: “Conte è dominato dal rancore, io l’ho mandato a casa perché pensavo fosse meglio Draghi, non ho cambiato idea”. Con queste parole, ha sottolineato di non voler prendere lezioni politiche da chi, come Conte, firmava i controversi decreti sicurezza e ora pretende di insegnare cosa significhi essere di centrosinistra.
Renzi ha inoltre usato toni aspri per descrivere Giuseppe Conte, definendolo “il super malus della politica italiana” e insinuando che l’ex premier agisca principalmente per interesse personale: “Sta con Francia o Spagna purché se magna”, ha affermato Renzi, richiamando una frase di stampo popolare per indicare l’opportunismo che attribuisce a Conte.
Il dibattito sulle poltrone e la Rai
Oltre al duro attacco a Conte, Renzi ha commentato la recente decisione del Partito Democratico, guidato da Elly Schlein, di boicottare i lavori del Cda Rai, una mossa nota come “Aventino della televisione di Stato”. In merito a questo, Renzi ha ribadito la sua visione della politica: “A me se mi viene chiesto di stare fuori e non prendere poltrone dico va bene, la politica si fa con le idee e non con le poltrone”.
Secondo Renzi, altri hanno preferito restare in aula per ottenere piccole posizioni di potere, una decisione che lui considera un errore strategico. “Altri hanno preferito buttarsi in aula per mezzo scranno, penso sia stato un errore”, ha aggiunto, criticando indirettamente le scelte di alcuni membri del PD.
Matteo Renzi e la sua visione del centrosinistra
Non è la prima volta che Renzi si distanzia nettamente da Conte sia sul piano personale che politico. Sebbene entrambi provengano dall’area del centrosinistra, Renzi ha sempre sottolineato come le loro visioni sul futuro del Paese e sulle riforme istituzionali siano profondamente diverse, con una netta contrapposizione sul ruolo delle idee rispetto alle posizioni di potere.