Dimissioni Matteo Renzi, il segretario ufficializza le voci che circolavano dalle prime ore di questa mattina: “Lascio la guida del Pd, no al governo con estremisti”. Ma gli avversari puntano il dito, “Sta solo prendendo tempo”.
Le polemiche nel Centrosinistra non si finiscono. Dopo la possibile candidatura alla segreteria di Carlo Calenda, Matteo Renzi ritorna ad attaccare gli altri big del PD: “Ora occorre voltare pagina perché il PD ha perso. Io lascio la guida del partito anche per questo e non capisco le polemiche interne di queste ore. Per me dobbiamo stare all’opposizione. Se qualcuno del nostro partito la pensa diversamente, lo dica in direzione lunedì prossimo o nei gruppi parlamentari“.
ROMA – E resta un’incognita la decisione di Matteo Renzi circa il proprio futuro. L’ex segretario, anzi, l’attuale segretario del Pd ha dichiarato che è pronto a dimettersi ma lo farà solo nel momento in cui verrà formato un nuovo governo.
In pratica è come dire tutto e niente. Proprio la formazione di un nuovo governo con una maggioranza stabile è la mission impossible di Sergio Mattarella: chi ha vinto (M5s) e Lega non ha i numeri per governare e non sembra intenzionato a dividere l’onere e l’onore della guida.
Al momento la creazione di un governo tecnico o lo scioglimento delle Camere con votazioni a giugno non sembrano scenari così lontani dalla realtà. E in questo caso Renzi potrebbe trovarsi alla guida di un partito chiamato a tornare in campagna elettorale.
Dimissioni Matteo Renzi, la conferenza stampa
Dopo il flop di ieri, Matteo Renzi ha parlato in conferenza stampa dalla sede del Partito Democratico: “Come saprete e come è doveroso, mi pare che abbiamo riconosciuto con chiarezza che si tratta di una sconfitta netta e che ci impone di aprire una pagina nuova all’interno del PD. Avevamo detto no ad un governo con gli estremisti e non cambiano idea. È ovvio che io debba lasciare la guida del Partito Democratico ma resterò in carica fino alla formazione del nuovo governo“.
“Purtroppo – continua – abbiamo fatto moltissimi errori. Non abbiamo la scelto la finestra giusta. Sono convinto che se si votava nel 2017 – come hanno fatto in Francia e in Germania – potevamo sfruttare una campagna europeista per andare al governo come successo in Olanda”
“Non c’è nessuna fuga – conclude – ma terminata la fase dell’insediamento del Parlamento e della formazione del governo, io farò un lavoro che mi affascina: il senatore semplice, il senatore di Firenze, Scandicci, Insigna e Impruneta. Ribadisco il no agli inciuci e ai caminetti“.
Qui il video della conferenza stampa di Matteo Renzi
Il risultato delle elezioni politiche italiane 2018 parla chiaro: il PD non ha raggiunto la soglia del 20% e quindi ormai si può parlare di un flop completo. Tra poco meno di un’ora in conferenza stampa dalla sede nel ‘Nazareno’, l’attuale segretario del Partito Democratico, Matteo Renzi, potrebbe annunciare il tanto atteso passo indietro che aleggia nell’aria dal momento in cui le prime proiezioni hanno evidenziato la perdita di consensi fatta registrare dal Pd.
Non sono state ore semplici per il partito leader del Centrosinistra, con le voci di possibili dimissioni da parte dell’ex premier che cominciavano a girare già dopo i primi exit poll. Nella mattinata odierna, inoltre, erano arrivate anche agenzie che parlavano di decisione ormai già presa anche se non si avevano mai conferme ufficiali.
Ora però si è entrati nell’ora più buia per il Partito Democratico, alle 17 ci dovrebbe novità circa il possibile passo indietro del leader.
Matteo Renzi, le dimissioni dopo il referendum
Una situazione quella del Centrosinistra e di Matteo Renzi che sembra un vero e proprio flashback. Era il 5 dicembre del 2016 quando l’ex sindaco di Firenze aveva annunciato il suo ritiro dalla politica e dimissioni da premier al termine del referendum costituzionale che aveva decretato una sconfitta epocale per il fronte governativo.
Ma quel passo indietro era durato solamente qualche mese. Nell’aprile dello stesso anno, infatti, aveva deciso di rientrare in politica e candidarsi alle primarie del Partito Democratico dove ha vinto con il 69% delle preferenze. Una leadership fatta di polemiche e litigi con gli altri partiti che sta per terminare.
I minuti da leader del Centrosinistra sono contati per Matteo Renzi che come fatto un anno fa è pronto a rassegnare le dimissioni dopo poche ore dalla chiusura dei seggi. Una nuova bocciatura, questa volta però definitiva.