Si intensifica il dibattito sul ruolo degli allevamenti nelle emissioni di gas serra che, secondo Salvini, non sono un problema.
Di recente il leader della Lega, Matteo Salvini, ha minimizzato l’impatto degli allevamenti sulle emissioni inquinanti, sostenendo che ci sono problemi più pressanti da affrontare. Tuttavia, i dati raccolti dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) non sono d’accordo: emerge il significativo contributo degli allevamenti alle emissioni di gas serra in Italia.
Per Matteo Salvini gli allevamenti “non sono un problema”
Durante l’assemblea annuale della Confederazione italiana agricoltori (Cia), tenutasi ieri 29 novembre, il leader della Lega, Matteo Salvini, ha parlato di transizione ecologica e agricoltura.
Il vicepremier ha però minimizzato l’impatto degli allevamenti sulle emissioni inquinanti. “Come se il problema delle emissioni fossero gli allevamenti. Abbiamo tanti altri problemi che non prendercela con gli allevatori del nostro Paese”, ha dichiarato Salvini.
Gli effetti degli allevamenti nelle emissioni di gas serra
Secondo i dati Ispra inerenti al 2021, l’agricoltura ha contribuito a produrre quasi l’8% di tutte le emissioni di gas serra in Italia.
Questi gas – tra cui l’anidride carbonica (CO2) e il metano (CH4) – intrappolano il calore del sole nell’atmosfera, causando il riscaldamento globale. In questo scenario gli allevamenti hanno un ruolo cruciale, rappresentando circa il 75% di queste emissioni, generando circa il 6% del totale delle emissioni nazionali.
Lo dimostrano i numeri da cui si evince che, rispetto a 30 anni fa quando il numero del bestiame era maggiore, oggi la sua riduzione ha determinato di conseguenza un calo delle emissioni agricole del 13%.
Il ruolo della fermentazione enterica
La principale fonte di emissioni negli allevamenti è rappresentata dalla “fermentazione enterica delle razioni nell’apparato digerente del bestiame”, in particolare dei ruminanti. Questo processo naturale produce gas metano, che viene espulso dagli animali principalmente attraverso l’eruttazione.
Altre fonti di emissioni negli allevamenti includono la gestione delle deiezioni degli animali e dei “reflui zootecnici”, ovvero escrementi e urine degli animali nei pascoli.
Il metano è particolarmente problematico, in quanto è più efficace dell’anidride carbonica nell’intrappolare il calore. Le sue concentrazioni nell’atmosfera stanno aumentando, contribuendo all’aumento medio delle temperature a livello globale: circa il 17% dei gas serra a livello mondiale è metano, mentre la CO2 pesa per quasi il 75%.
L’importanza di ridurre le emissioni di metano
Ridurre le emissioni di metano – e quindi degli allevamenti – è fondamentale per contrastare i cambiamenti climatici e migliorare la qualità dell’aria e della salute delle persone.
A riguardo, l’Unione europea ha lanciato alcune iniziative per ridurre le emissioni di metano degli Stati membri e vari studi negli ultimi anni hanno mostrato che una riduzione del consumo di carne può portare benefici ambientali.
Contrariamente a quanto affermato da Matteo Salvini, quindi gli allevamenti svolgono un ruolo significativo nelle emissioni di gas serra, per cui è importante per il bene della popolazione affrontare questo problema per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici.