Matteo Salvini indagato e rinviato a giudizio per diffamazione per le offese alla comandante della Sea Watch Carola Rackete.
Torna alla ribalta il caso della Sea Watch con Matteo Salvini indagato e rinviato a giudizio per diffamazione per le sue frasi all’indirizzo di Carola Rackete. Il leader della Lega dovrà rispondere delle esternazioni pubbliche – dichiarazioni e post sui social – nel corso delle quali ha accusato la ragazza tedesca di essere una criminale. E la difesa di Carola Rackete chiede che l’ex ministro venga processato per istigazione a delinquere. Una richiesta rigettata dal Gip di Milano.
Sea Watch, Matteo Salvini indagato per diffamazione
Dopo che le autorità hanno analizzato la denuncia presentata da Carola Rackete contro il fu ministro degli Interni, Matteo Salvini è stato inscritto nel registro degli indagati per diffamazione. Nel mirino degli inquirenti ci sono le frasi anche offensive pronunciate dal leader della Lega contro la comandante della Sea Watch, divenuta famosa dopo aver infranto il decreto Sicurezza Bis entrando in acque italiane e facendo sbarcare i migranti che aveva a bordo.
La comandante della Sea Watch, famosa come la Capitana, aveva anche chiesto il sequestro dei profili social di Salvini, considerati come uno strumento utilizzato per veicolare sentimenti di astio contro i suoi avversari politici e non.
Le indagini della Procura di Milano
La Procura di Milano, come confermato, ha inviato i documenti a Matteo Salvini informandolo del lavoro di indagine a suo carico. Il lavoro degli inquirenti è iniziato dopo che la Rackete ha presentato, tramite il suo avvocato, una denuncia per diffamazione.
“Processarlo per istigazione a delinquere”
Non solo diffamazione, la difesa di Carola Rackete ha chiesto al gup di Milano di processare Matteo Salvini anche per istigazione a delinquere. La difesa di Matteo Salvini invece si appella al diritto di critica. Il Gip ha archiviato l’accusa nei confronti del leader della Lega.