Matteo Salvini torna in Cassazione per il caso Open Arms: “Regalo della sinistra”, attacca il leader della Lega.
Non solo il colpo di scena dalla Procura sullo scandalo Sangiuliano, arriva anche il “regalo dalla sinistra” annunciato da Matteo Salvini: un nuovo passaggio giudiziario legato al caso Open Arms. Il leader della Lega, come riportato da L’Ansa, ha condiviso in queste ore la notizia della prossima udienza fissata per l’11 dicembre in Cassazione. Non è mancata una frecciatina all’opposizione.

Matteo Salvini interviene sulla questione Flotilla
In parallelo all’ultimo appello del ministro Guido Crosetto, in un altro intervento pubblicato su Facebook, Matteo Salvini si è espresso anche sulla vicenda della Flotilla diretta verso Gaza, lanciando un appello alla prudenza e al buon senso.
“Flotilla? Spero che nessuno cerchi lo scontro. Un conto è manifestare le proprie idee, altro pensare di entrare illegalmente in una zona di guerra: ovviamente non è né saggio, né prudente“, ha scritto.
Il vicepremier ha aggiunto: “Mi sembra che il messaggio che gli organizzatori volevano mandare sia stato mandato, un altro paio di maniche se uno cerca l’incidente diplomatico, lo scontro, la guerra: mi auguro che non sia così, facciamo di tutto per tutelare ogni vita umana“.
Open Arms, il “regalo” della sinistra per il leader della Lega
Matteo Salvini, come riportato da L’Ansa, ha dichiarato sui social di aver appreso in queste ore che l’11 dicembre sarà discusso in Cassazione il suo processo per la vicenda Open Arms. In quell’occasione i giudici decideranno se confermare l’assoluzione o riaprire il caso.
“Ho saputo in queste ore che l’11 dicembre, 3 giorni dopo l’Immacolata, 14 giorni prima del Santo Natale, 3 giorni prima del compleanno di mia figlia, come regalo la sinistra mi manda a processo in Cassazione“, ha affermato il leader della Lega.
Il vicepremier ha spiegato che l’esito potrebbe essere duplice: “Positiva, e mi impegno a tornare a festeggiare, confermano l’assoluzione perché non ho commesso un reato, ho difeso i confini e l’onore del mio Paese. Oppure potrebbero cancellare 268 pagine di assoluzione e rimandarmi a processo dove rischio 6 anni di carcere. Se cancellassero l’assoluzione tornerò lo stesso a Lamezia a festeggiare perché ho difeso il mio Paese e non è reato“.