Uno studio su 430.000 pazienti rivela un dato inquietante: essere operati di venerdì aumenta il rischio di complicazioni e mortalità. Ecco perché.
Uno studio canadese su quasi 430.000 pazienti ha rivelato un dato sorprendente: chi si opera di venerdì ha un rischio maggiore di complicazioni e mortalità. Un fenomeno noto come “effetto weekend” che, come riportato da Fanpage, potrebbe essere legato alla turnazione del personale sanitario. Ma cosa succede al cervello dopo 72 ore senza smartphone? Un passo alla volta, ecco prima tutti i dettagli sullo studio canadese.

Un rischio maggiore per chi si opera di venerdì: lo studio
I ricercatori, guidati dalla dottoressa Sanjana Ranganathan dello Houston Methodist Hospital e in collaborazione con altri istituti internazionali, hanno evidenziato una differenza significativa negli esiti post-operatori tra i pazienti operati di venerdì e quelli operati di lunedì.
L’analisi statistica ha mostrato che la probabilità di complicazioni, nuovi ricoveri e morte era superiore del 5% a 30 giorni per chi subiva un intervento pre-weekend. Inoltre, il rischio di mortalità aumentava nel tempo: il tasso di decesso era più alto del 9% a 30 giorni, del 10% a tre mesi e del 12% a un anno rispetto ai pazienti operati nei primi giorni della settimana.
Le possibili cause dell'”effetto weekend”
Lo studio canadese non ha fornito risposte definitive sulle cause di questa discrepanza, aggiunge Fanpage, ma ipotizza che diversi fattori possano contribuire a esiti peggiori nei pazienti operati prima del fine settimana. Tra questi, la turnazione del personale ospedaliero e la minore disponibilità di specialisti potrebbero giocare un ruolo chiave.
Dai dati raccolti, è emerso che i chirurghi che operavano di venerdì avevano un’età media leggermente inferiore (47 anni contro 48) e un’esperienza operatoria di tre anni in meno (14 anni contro 17) rispetto ai colleghi che operavano di lunedì. Tuttavia, questa differenza non sembra essere sufficiente a spiegare il maggiore rischio di complicazioni e mortalità.
Secondo la dottoressa Ranganathan, “ulteriori studi per comprendere le differenze nelle cure che possono supportare queste osservazioni e garantire che i pazienti ricevano cure di alta qualità indipendentemente dal giorno della settimana” sono necessari.