Il PD ha accusato la Meloni di essere responsabile dei dati attuali sulle retribuzioni, affermando come sia stato perso un mese di stipendio.
Tramite un post pubblicato sui social, il PD ha accusato la Meloni di aver fatto perdere ai cittadini italiani un mese di stipendio. I dati riportati in questo post sono stati prelevati dall’ISTAT, e hanno portato il partito di opposizione a giungere alla conclusione che la responsabilità sia della Premier in carica.
Tuttavia, nonostante i numeri siano effettivamente corretti, come riportato da Pagella Politica esistono alcuni punti che rendono questa accusa errata sotto diversi aspetti. Ciò è dovuto a diversi aspetti non direttamente imputabili al governo.

La ripresa durante il governo
Secondo Pagella Politica, per come il PD ha presentato questo dato sembra che il potere d’acquisto delle retribuzioni dal 2021 sia diminuito in maniera costante e lineare. Tuttavia, dal 2023 il potere d’acquisto delle retribuzioni ha in realtà recuperato ampio margine.
Dunque, così come il PD ha effettivamente sottinteso, non è corretto affermare come durante il governo della Meloni la perdita sia continua e ancora in corso. Il divario con l’inflazione si è ridotto notevolmente, e ciò basta a non limitare la responsabilità di questo aspetto, al governo attualmente in carica.
La responsabilità del governo in carica
Un altro aspetto fallace del ragionamento proposto dal PD, riguarda la responsabilità attribuita interamente al governo attuale. L’indicatore delle retribuzioni attuale è di decisione degli organi sindacali e delle associazioni dei datori di lavoro, e non dirette del governo. Il quale, nel frattempo, ha applicato diverse misure per contenere la perdita del potere d’acquisto. Come il cuneo fiscale, per citarne una.
Senza considerare come l’inflazione, per natura, sia fortemente correlata agli eventi che accadono a livello internazionale. Anche per questo motivo, non può essere di responsabilità interamente attribuita al governo.