“Meloni, problema sicurezza. Non è andata così”: la confessione dei comici dello scherzo telefonico

“Meloni, problema sicurezza. Non è andata così”: la confessione dei comici dello scherzo telefonico

Sta facendo discutere lo scherzo telefonico a Giorgia Meloni da parte di due comici russi. Ecco cosa hanno raccontato sull’episodio.

Vovan e Lexus, al secolo Vladimir Kuznetsov e Aleksej Stoljarov, alla ribalta. Sono questi i nomi degli uomini del duo di comici e giornalisti che hanno effettuato l’ormai noto scherzo telefonico a Giorgia Meloni spacciandosi per un diplomatico africano e parlando con la Premier dei principali argomenti dell’attualità politica internazionale. Un classico “prank” per loro, che già avevano colpito in passato altre figure note del settore, e che hanno causato non pochi dubbi sulla sicurezza italiana e non solo. A Repubblica, i due uomini hanno spiegato come sia nata l’idea di questa trovata.

Scherzo telefonico alla Meloni: parlano gli autori

Giorgia Meloni

Si parte subito dal come i due uomini abbiano raggiunto così facilmente la Premier: “Preferiamo non dirlo. Non vogliamo mettere nei guai le persone che sono state coinvolte. Palazzo Chigi sa com’è successo. O almeno spero. Se non lo sa, vuol dire che ha un problema di sicurezza”, hanno detto i due comici.

Successivamente, uno dei due, Vovan, ha spiegato che in realtà la dinamica dello scherzo è stata diversa da quella descritta, ovvero che non sono stati loro a mettersi in contatto con la Meloni: “È stata lei a chiamarci all’orario concordato. Non è l’ufficio della premier ad avere colpe. ‘Grandi’ colpe. Siamo noi che sappiamo fare il nostro lavoro. Sappiamo come funzionano i protocolli, sappiamo come sfruttare i bachi nella sicurezza”.

Dal canto suo l’altro comico, Lexus ha precisato: “Non vuol dire che, nel caso italiano, il protocollo fosse sbagliato”. “Non incolpateli!”, ha aggiunto Vovan.

La scelta della Meloni come vittima

I comici hanno proseguito in merito ai dettagli dello scherzo: “Come abbiamo scelto la Meloni e quanto tempo ci abbiamo messo ad entrarci in contatto? È sempre un processo lungo. Non abbiamo numeri privati. Circa due giorni…”, hanno spiegato i due.

“Come mai far uscire la telefonata ora (lo scherzo risale al 18 settembre ndr)?Abbiamo tante telefonate nel cassetto che dobbiamo ancora mandare in onda nel nostro show”. E ancora: “Ce lo hanno suggerito i nostri fan. E abbiamo pensato che fosse una buona idea. È interessante e molto espressiva. Non è un robot. È una donna vivace. Avevamo visto le sue interviste e i suoi discorsi. Ed è una leader G7”.

Nessun legame con con i servizi segreti

Dopo la divulgazione dell’audio, i due comici sono stati associati ai servizi segreti ma entrambi negano tutto: “Se abbiamo diffuso l’audio integrale? Abbiamo tagliato giusto i noiosi convenevoli iniziali”. E ancora: “Non siamo in contatto con i servizi né russi né stranieri. E men che meno, siamo agenti segret. Lo sentiamo dire da 10 anni oramai, ma quale sarebbe la prova?”, hanno aggiunto i due.