Durissimo attacco alla Premier Giorgia Meloni paragonata a Benito Mussolini con tanto di riferimento alla serie tv recente.
Il caso Almasri e l’indagine nei confronti della Premier Giorgia Meloni hanno scatenato tantissime reazioni e durissime prese di posizione da parte degli antagonisti del Governo. Oltre all’affronto pesante di Elly Schlein, in queste ore ha generato scandalo un post social condiviso proprio da alcuni deputati del Pd che hanno esagerato con un paragone davvero forte ai danni della Presidente del Consiglio.
Giorgia Meloni indagata: le reazioni dell’opposizione
Dopo l’arresto e la successiva liberazione del generale libico Almasri, la Premier Giorgia Meloni ha annunciato di essere stata indagata dalla Procura di Roma che ipotizzato i reati di favoreggiamento e peculato nei suoi confronti e verso tre ministri: Nordio, Piantedosi e Mantovano.
Una situazione che la stessa Presidente del Consiglio ha subito chiarito mettendo in evidenza come non è nelle sue intenzioni farsi “intimidire” e tale procedimento non le impedirà di continuare a compiere al meglio il suo lavoro.
Allo stesso tempo, la leader di FdI e del Paese ha dovuto fare i conti con le richieste delle opposizioni arrivate a seguito dei fatti descritti. Da una parte la segretaria del Pd, Elly Schlein, che le ha intimato di prendersi le sue responsabilità e di presentarsi in Parlamento. Da un’altra Giuseppe Conte, numero uno dei Cinque Stelle, che ha parlato di complicità morale con Almasri.
Ma il vero affronto e attacco alla Meloni è arrivato tramite un post social da parte di alcuni deputati del Pd.
Il post social e il paragone con Mussolini
In queste ore, infatti, tramite un contenuto condiviso sulla pagina Facebook Deputati PD, ecco essere apparso un lungo messaggio con annessa foto della Meloni paragonata a Benito Mussolini e alla serie tv “M. Il figlio del secolo“.
In questo senso, la Premier è stata definita “la bugiarda del secolo“.
“Non è vero che Nordio non era stato informato (il ministero era stato ripetutamente sollecitato). Non è vero nemmeno che Meloni, Nordio, Piantedosi, Mantovano abbiano ricevuto un avviso di garanzia. Hanno ricevuto una comunicazione di iscrizione, che è una cosa diversa“, si legge nel post social.
“Non è vero che la comunicazione di iscrizione è una rappresaglia delle terribili toghe rosse per la riforma della giustizia. È un atto dovuto in caso di un esposto. Le carte poi vanno al tribunale dei ministri che deciderà se archiviare o no. Non è vero che la scelta di rimettere in libertà #Almasri era inevitabile. Bastava appunto che Nordio rispondesse alle ripetute sollecitazioni e attivasse la procedura prevista in questo caso, invece di stare 3 giorni inerte a guardare il soffitto. Non è nemmeno vero che una volta rilasciato convenisse all’Italia caricare Almasri su un volo di stato e riportarlo in Libia perché pericoloso”, continua il lungo messaggio.
“C’erano tantissime altre opzioni che avrebbero impedito di rimandarlo nell’unico luogo al mondo dove ha l’assoluta garanzia di immunità. Non so nemmeno se sia vero che la Meloni non è ricattabile. Perché tutta questa storia fa venire il sospetto che il Governo sia sotto ricatto dei ras libici lo fa venire. Una cosa però è vera: Giorgia Meloni è riuscita in un video di appena 2 minuti e 16 secondi a dire tutte queste falsità. Ci vuole una certa capacità, bisogna riconoscerlo. Restiamo in attesa che venga prima o poi in Parlamento a spiegare per bene e nel dettaglio cosa hanno combinato”, le parole a firma di Matteo Orfini, taggato nel post in questione.
Staremo a vedere se ci saranno risvolti in merito a questo durissimo attacco alla Premier che probabilmente non resterà l’ultimo da parte delle opposizioni.
