La nave di Medici senza Frontiere Geo Barents è arrivata a Taranto con 85 migranti a bordo. E’ la prima dopo l’entrata in vigore del decreto.
Si tratta della prima nave arrivata in un porto italiano dopo l’entrata in vigore del decreto sulle Ong che prevede un nuovo codice di condotta per le navi umanitarie e i salvataggi in mare. La nave della Ong Medici Senza Frontiere Geo Barents è arrivata nel porto di Taranto con a bordo 85 migranti. Nel caso di violazione di questo codice sono previste multe fino a 50mila euro fino al sequestro della nave e alla confisca in caso di reiterazione della violazione. Lo ha spiegato la premier in un video sui suoi canali social.
Giorgia Meloni, spiegando le misure previste dal decreto, ha anche sottolineato che l’obiettivo è rispettare sia il diritto internazionale che i migranti, le persone in mare che hanno diritto a essere salvate ma non a essere merce per i scafisti per la tratta degli esseri umani del terzo millennio. La nave deve far richiesta di un porto appena salvate persone in mare e non restare in acqua. “Escludiamo il sequestro della Geo Barents, non c’è un motivo valido” precisa Juan Matias Gil, capo missione di Medici senza Frontiere.
“I soccorsi sono stati chiesti dalle autorità italiane”
“Noi stiamo spendendo più soldi in legali che nella ricerca e soccorso. E’ un paradosso, è ridicolo. Noi stiamo salvando vite e stiamo consultando i legali per contestare ogni misura, ogni nuova regole per vedere se questo è in linea con la normativa, anche internazionale” ha continuato il capo della Ong arrivato a Taranto insieme alla Geo Barents. Inoltre, “i soccorsi sono stati chiesti e coordinati dalle autorità italiane. Quindi, non c’è motivo per il sequestro e per qualsiasi tipo di sanzione”.
“Le condizioni dei migranti sono buone, non ci sono grandi emergenze mediche. Abbiamo fornito loro le informazioni su quali sono i loro diritti” ha affermato Gil. Tra gli 85 migranti arrivati a Taranto ci sono anche 9 minori non accompagnati. “Da 4-5 anni raccogliamo i racconti di storie di chi ci dice di aver visto persone uccise dai trafficanti in Libia solo perché non erano in grado di pagare il viaggio. In ogni missione che facciamo ci sono questi racconti. Lì ci sono violenze organizzate” dice il capo missione di Msf.