Naufragio nel Mediterraneo: almeno 59 le vittime

Naufragio nel Mediterraneo: almeno 59 le vittime

Ieri è avvenuto un nuovo naufragio di migranti a Crotone. Stando a quanto appreso, sarebbero almeno 59 le persone che non ce l’hanno fatta.

Nuovo naufragio di migranti al largo di Crotone. Stando a quanto appreso, 81 persone sono stare messe in salvo. Guai invece per tre presunti scafisti, già fermati dalle forze dell’ordine. In questa situazione è intervenuta anche l’Emergency: “Questa strage è il frutto di precise scelte politiche”.  

Almeno altre 59 persone non ce l’hanno fatta. Si tratta del bilancio provvisorio dei naufraghi deceduti dopo aver svolto un viaggio in barcone. I migranti hanno approdato alle coste di Cutro (Crotone). Stando a quanto appreso, si tratta di 26 uomini, 21 donne e 12 minori. 

Tra le vittime anche due gemellini e un bambino di nemmeno un anno, ritrovati deceduti proprio sulla spiaggia. 81 persone sono riuscite a salvarsi. 22 sono state ricoverate in ospedale, una di queste versa in condizioni gravi. Per quanto riguarda le altre 59 persone si trovano invece nel locale Centro accoglienza per richiedenti asilo.  

L’intervento di Piantedosi

Alla luce di quanto accaduto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, dopo essere giunto a Crotone, ha visionato la situazione. Le sue dichiarazioni: “L’unica cosa che va detta ed affermata è: non devono partire. Non ci possono essere alternative. Noi lanciamo al mondo questo messaggio: in queste condizioni non bisogna partire”, dice il ministro italiano. 

E continua: “Tra Tunisia e Libia, da quando è in carica questo governo, sono state intercettate e riportate indietro 24mila persone e ne sono arrivate 14mila. Un grandissimo lavoro che è sostenuto anche da noi. Il tema, comunque, è sempre quello delle partenze. Quanto è accaduto a Cutro – dice il ministro – è una tragedia che ci addolora profondamente. E ci interroghiamo come sia possibile spingersi fino al punto di coinvolgere donne e bambini in traversate così pericolose. Stiamo cercando di implementare la capacità di altri Paesi di intervenire per risolvere questa situazione”.