Milan di Capello, formazione e trofei

Milan di Capello, formazione e trofei

Dalle critiche al tetto d’Europa: il Milan di Fabio Capello, formazione e trofei.

All’alba di una delle stagioni più delicate della storia del Milan, all’alba del ritorno in Europa (League) del Diavolo, andiamo alla ricerca e alla riscoperta del passato glorioso e inatteso, di una storia che faceva paura a chi non aveva il coraggio di sognare: era appena finita l’era di Arrigo Sacchi sulla panchina rossonera. Gloriosa. La dirigenza non ha dubbi, chiama un tecnico senza esperienza,. In pochi ci scommettono. Questo è il Milan di Fabio Capello, una squadra da leggenda.

Il Milan di Capello, formazione

Fabio Capello raccoglie in eredità una squadra che in pratica sa solo vincere, e il che se da una parte è un gran bene dall’altra è una croce che pesa soprattutto se la tifoseria ti indica solo come uno Yes Man dotato di poca esperienza.

“Mi telefonò Berlusconi per chiedermi se me la sentivo di allenare il Milan – ricorderà poi Capello. Il presidente mi disse che Arrigo diceva che quel Milan era una squadra finita, con i giocatori demotivati. Dai primi incontri con i giocatori fu facile. Erano fuoriclasse. Dissi loro che non era vero che erano ‘finiti’ ma che credevo in loro e che mi avrebbero dato grandi soddisfazioni”.

Fuori dalle coppe europee a causa della squalifica inflittale per non aver voluto proseguire la gara contro il Marsiglia, sospesa per un problema ai riflettori, i rossoneri si concentrano solamente su un campionato che dominano e portano a casa senza troppe difficoltà. Qusto è il Generale d’acciaio, questo era il primo Milan di Fabio Capello.

Rossi tra i pali – una garanzia -; difesa a quattro con Tassotti e Paolo Maldini sulle corsie esterne, al centro Costacurta (o Galli) ma soprattutto l’insostituibile Franco Baresi. A centrocampo intoccabili Evani e Rijkaard, mentre Albertini e Donadoni si giocavano una maglia da titolare rispettivamente con Ancelotti e Fuser, primi sostituti. In attacco Van Basten e Massaro con Simone e Gullit che di certo non stavano a guardare. Anzi.

La prima esperienza di Fabio Capello sulla panchina rossonera si concludeà nel 1996 con il suo passaggio al Real Madrid. La squadra lasciata in eredità ha conservato i veterani di spessore cui sono andati ad aggiungersi campioni di calibro internazionale.

In porta resta Rossi, mentre in difesa Panucci ha preso il sopravvento relegando Tassotti in panchina. Completano il reparto arretrato Costacurta, Baresi e Paolo Maldini. A centrocampo Eranio, Albertini, Desailly e Savicevic mentre in attacco opera la coppia dei sogni Weah-Baggio.

Il Milan di Capello, trofei

Il Milan di Capello inaugura uno dei più prolifici cicli di vittorie dell’epoca Berlusconi e della storia rossonera portando in bacheca quattro scudetti (1991-1992, 1992-1993, 1993-1994, 1995-1996) e una Champions League (1993-1994).

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