Sono stati liberati anche soldati del battaglione Azovstal.
L’intelligence ucraina ha confermato la liberazione di 144 soldati ucraini. Tra questi c’erano anche 95 difensori dell’acciaieria Azovstal. Si tratta del più grande scambio di prigionieri fatto con Mosca dall’inizio del conflitto. Secondo quanto riporta il ministero della difesa ucraino la maggior parte dei soldati liberati è ferita.
«Nel gruppo della resistenza dell’acciaieria Azvostal, 43 facevano parte del battaglione Azov», ha spiegato il ministero della Difesa di Kiev. «Dei soldati liberati, 23 sono ufficiali e 69 sono sergenti e sottoufficiali. Il più giovane ha 19 anni mentre il più anziano 65», ha continuato il ministero, «la maggior parte ha ferite anche gravi e tutti hanno bisogno di cure mediche o psicologiche».
Secondo l’intelligence Usa entrambi ci impiegheranno a riprendersi
A inizio mese di giugno la Russia aveva deportato dal Donbass più di mille soldati ucraini. «I soldati in questione sarebbero tra quelli arresisi a Mariupol e che hanno operato la stenuante resistenza per più di 70 giorni nell’acciaieria dell’Azovstal». I media russi avevano parlato di «azioni investigative», sottolineando come Mosca non avrebbe ceduto a eventuali scambi di prigionieri se non dopo «i giusti processi».
Secondo la direttrice dell’intelligence statunitense Avril Haines entrambi i paesi contendenti sono in cattive condizioni. “I russi impiegheranno anni a riprendersi. Potranno avanzare, ma in modo limitato e la frustrazione potrebbe indurli ad attacchi cibernetici e a controllare le reti dell’energia e persino all’uso dell’atomica.” Per quanto riguarda gli ucraini invece “dovrebbero riuscire a stabilizzare il fronte e a riconquistare parte del Sud.” La guerra, secondo l’intelligence statunitense quindi si prospetta lunga anche perché “Putin non ha rinunciato all’idea di conquistare l’intero paese. Infatti Putin ha dichiarato che tutto sta procedendo secondo i piani. Per il momento l’obiettivo russo è quello di “liberare” il Donbass.