Il Cremlino nega che l’esercito russo ha commesso le atrocità mostrate dalle immagini di Bucha.
Le immagini e i video dei soldati ucraini entrati a Bucha dopo la ritirata dell’esercito russo hanno sconvolto tutto il mondo. Le atrocità commesse dai soldati russi sono state condannate all’unanime e saranno prove per i crimini di guerra. Ma oggi Mosca nega la realtà dei fatti ancora una volta. Secondo il Cremlino le immagini sarebbero state create dai media occidentali.
L’agenzia russa Tass oggi riporta le dichiarazioni di Mosca che nega che alcun civile è stato ucciso dall’esercito russo. Le immagini della cittadina vicino Kiev hanno mostrato cadaveri abbandonati per strada e civili disarmati giustiziati senza motivo. Corpi di donne, uomini e bambini e anziani torturati e uccisi con le mani legate.
Tutto ciò però viene categoricamente negato dal Cremlino. Il ministero della Difesa russo ha dichiarato che le immagini e i video sono falsi prodotti della propaganda ucraina, fabbricati dai media occidentali. Per le autorità russe questi documenti video «sono una messa in scena del regime di Kiev». Secondo la versione russa inoltre, le truppe russe avevano lasciato la città il 30 marzo e non avrebbero potuto commettere quei crimini. Lo stesso sindaco di Bucha avrebbe confermato l’assenza di soldati russi in città, «E non ha menzionato i residenti locali uccisi a colpi di arma da fuoco per le strade» dice il ministero della difesa russo.
Bucha vittima di crimini di guerra ma Mosca nega
Sempre secondo Mosca, la città di Bucha è stata bombardata dagli ucraini stessi quando ancora era sotto il controllo dell’esercito di Mosca. Queste dichiarazioni da parte del Cremlino rientrano nel piano strategico di Putin che ha sempre negato di aver commesso crimini di guerra o atrocità simili.
La Russia ci sta dimostrando, all’Europa e a tutto il mondo, che il pericolo di quei crimini che abbiamo visto e di cui restano le testimonianze, può sempre ritornare. Immagini che credevamo non avremmo rivisto più stanno ritornando sui nostri social e non come immagini storiche.