Multe autovelox: quando scattano e quando fare ricorso

Multe autovelox: quando scattano e quando fare ricorso

Le multe autovelox sono fonte di introiti per gli Enti locali ma non mancano i margini per fare ricorso ed annullare le sanzioni.

Gli autovelox sono dispositivi di controllo elettronico della velocità su strade urbane ed extraurbane (a differenza, ad esempio, di altri come il Sistema Vergilius). Sono gestiti dalle forze di polizia e servono a rilevare il superamento dei limiti di velocità e a comminare la relativa sanzione. Di seguito, vediamo quando scattano le multe autovelox e in quali casi è possibile fare ricorso.

Quando scatta la multa con l’autovelox

La multa con l’autovelox scatta quando il dispositivo rileva il passaggio di una vettura ad una velocità superiore al limite consentito. Affinché l’infrazione venga sanzionata, bisogna tenere presente la cosiddetta ‘tolleranza’ del 5%, che va approssimata per eccesso e non può essere mai inferiore ai 5 km/h (in pratica si aggiungono 5 km/h per i limiti inferiori o pari 100 km/h mentre per i limiti superiori la tolleranza delle multe autovelox è maggiore).

Ricorso multe autovelox

L’autovelox è uno dei sistemi maggiormente utilizzati dai Comuni per comminare sanzioni e, di conseguenza, rimpinguare le casse attraverso la riscossione delle multe. Spesso però gli utenti lamentano un vero e proprio abuso degli strumenti di controllo della velocità e capita di frequente che decidano di contestare la sanzione facendo ricorso.

Il primo appiglio per fare ricorso è la taratura dell’autovelox. Affinché la multa sia valida, il dispositivo deve essere stato tarato da non più di un anno (ad occuparsi della procedura sono società private ma il verbale di taratura è accessibile a chiunque sia interessato). Pertanto, chi viene sanzionato può anzitutto chiedere di accedere agli atti relativi alla taratura dell’autovelox con un’istanza di accesso agli atti amministrativi. Se l’Ente non risponde entro 30 giorni, bisogna poi procedere ad impugnare la sanzione presso il Giudice di Pace.

Un Decreto del Ministero dei Trasporti entrato in vigore il 13 giugno 2017 stabilisce che i test di taratura vanno eseguiti su di un campione di rilevamenti compresi tra 30 e 230 km/h. Secondo un parere dello stesso Ministero emesso successivamente, per verificare lo strumento basta testarlo ad una velocità di 70 km/h superiore al limite fissato dalla legge. In ogni caso, l’incertezza degli autovelox è del 5% per le velocità inferiori a 100 km/h e di 0.5 km/h per quelle superiori a 100 km/h.

Altri aspetti che possono essere impugnati in sede di ricorso sono il collaudo e la verifica di funzionalità. Il collaudo dell’autovelox non è periodico come la taratura ma va effettuato prima dell’istallazione. Se l’organo accertatore non è in grado di produrre una copia del documento che attesta l’avvenuto collaudo, la multa può essere annullata. Per quanto riguarda la verifica di funzionalità, essa va anzitutto distinta dalla ‘verifica di funzionamento‘. Quest’ultima, infatti, è volta ad accertare che l’apparecchio funzioni, ossia si accenda, registri le velocità e così via. La verifica di funzionalità dell’autovelox, invece, va effettuata ogni tre mesi da parte delle amministrazioni competenti e deve accertare che il dispositivo funzioni nella maniera corretta, ossia non registri le velocità in modo errato, così come stabilito dalla Corte Costituzionale.

Multe autovelox su autostrada e strade urbane

Il funzionamento dell’autovelox segue regole diverse in base al luogo in cui è posizionato, o meglio in funzione della tipologia di strada lungo cui è attivo.

Se l’autovelox è installato in città, è obbligatoria la presenza della polizia. Sulle strade urbane è consentito sol l’utilizzo dell’autovelox mobile che deve essere affiancato da una volante della polizia affinché chi commette l’infrazione possa essere fermato dalla pattuglia e avere il diritto di difendersi. Pertanto, in città sono vietati i controlli automatici della velocità e le eventuali sanzioni possono essere annullate se gli agenti di polizia non risultavano essere chiaramente visibili.

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Il discorso cambia se invece l’autovelox è attivo su strade extraurbane. In tal caso, il controllo della velocità può essere eseguito in automatico -ossia la presenza della polizia nei pressi del dispositivo non è necessaria – a patto che il tratto stradale soddisfi alcune condizioni. Gli autovelox fissi sono ammessi lungo le cosiddette ‘strade di scorrimento‘ previa autorizzazione del Prefetto; inoltre la strada deve avere semafori a tutti gli incroci ed essere dotata di aree di sosta. In caso contrario, non la si può considerare ‘strada di scorrimento’ e la multa con l’autovelox non è valida.

Le autorizzazioni prefettizie

L’autorizzazione del Prefetto, però, non esenta la polizia dal fermare sul momento chi infrange i limiti di velocità. Se ciò non accade, il verbale deve riportare una legittima motivazione: in altre parole, la multa deve essere motivata in maniera chiara e specifica, altrimenti la sanzione è facilmente esposta all’annullamento.

Infine, secondo quanto stabilito dalla Cassazione, le contravvenzioni sono nulle se non riportano gli estremi del decreto con cui il Prefetto autorizza gli agenti di polizia a comminare multe autovelox senza constatazione immediata, laddove “la mancata indicazione degli estremi del decreto prefettizio nel verbale di contestazione integra un vizio di motivazione del provvedimento sanzionatorio, che pregiudica il diritto di difesa e non è rimediabile nella fase eventuale di opposizione“. In altre parole, trattasi di un vizio di forma che non è possibile emendare neanche di fronte al Giudice di Pace.

Assenza di segnaletica preventiva

La presenza dell’autovelox deve essere indicata da adeguata segnaletica preventiva. I cartelli devono essere posti ad una distanza massima fissa di 4 km e una distanza minima stabilita dalla normativa Minniti: 250 metri su autostrade e strade extraurbane principali, 150 metri su strade extraurbane secondarie e strade urbane di scorrimento e 80 metri sulle altre strade.

Per quanto possa sembrare superfluo, è bene sottolineare che l’autovelox deve essere sempre visibile. Ciò vuol dire che il dispositivo non deve essere nascosto da vegetazione o altri ostacoli visivi. In senso più ampio, la presenza dell’autovelox deve essere evidenziata con un piccolo segnale che indichi il corpo di polizia operante oppure, nel caso di dispositivi mobili, dalla presenza fisica di almeno un agente di polizia ed eventualmente della vettura di servizio. Qualora tali requisiti vengano a mancare, la multa con l’autovelox è nulla.

I tempi di ricorso e ricezione della multa

Per fare ricorso avverso ad una multa comminata con autovelox i termini sono:

  • 30 giorni dal ricevimento per fare ricorso al Giudice di Pace
  • 60 giorni dal ricevimento per fare ricorso al Prefetto.

La multa autovelox deve arrivare entro 90 giorni dalla data di spedizione del verbale. I termini per il ricorso, invece, decorrono dalla data di ricezione. Se priva della data di contestazione e, più in generale, se incompleta di uno o più dati obbligatori, ci si trova di fronte ad una multa autovelox da annullare.

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