Possiamo ammetterlo senza remore: da parecchi mesi ormai, i costi dei mutui casa, sono aumentati drasticamente.
L’aumento dei mutui sulla casa, vale sia per chi si rivoge alle banche, che per chi è già in possesso di un finanziamento dal tasso variabile.
Ne deriva che, ogni movimento che noteremo sulle rate da ora in avanti, non sarà imputabile solo alle manovre della Banca centrale europea, come ben annunciato da Lagarde. Da circa sei mesi, questa tendenza all’aumento, si è andata via via intensificando. Ma non è tutto: il cambiamento in seno alla BCE, potrà amplificare il fenomeno. Ma come?
I famosi tassi interbancari
I mutui immobiliari, non risulterebbero linkati ai tassi di riferimento, definiti dalla BCE, realtà che ha confermato un rialzo, solo dopo 11 anni, di circa lo 0,25%, nel mese di Luglio, seguito da una seconda crescita in questo senso, ancora da bilanciare e riferibile comunque a Settembre.
Parliamo infatti di parametri basati su tassi interbancari, quelli cioè utilizzati dalle banche, per lo scambio di soldi tra loro, oltre che quelli legati ai vari finanziamenti interni alle banche. Saranno questi in realtà, a soffire, semmai, del tasso ufficiale definito dal BCE.
I mutui a tasso variabile (Euribor), quelli a tasso fisso (IRS) rappresentano le due tipologie principali, di 9 mutui su 10 in Italia. Chi già godrebbe di una variabile, avrebbe visto leggeri aumenti delle rate, in questo primo stralcio di 2022, ma la lievitazione dei costi potrebbe rinforzarsi.
A giudicare dalle prime simulazioni post BCE, riguardo un ipotetico mutuo variabile da 200mila euro (per 20 anni), in start solo un anno fa all’1%, la rata potrebbe ora traslare dai 920 euro di Maggio, al 960 euro di Luglio, fino ad arrivare i quasi 1.000 di Settembre.
Ergo, chi desidera definire una variabile, deve considerare che l’Euribor soffre direttamente circa l’aumento dei tassi della BCE, la quale ha annunciato rialzi. Niente paura, invece, per chi già possiede un muto a tasso fisso.