Nadef, cosa accadrà con la manovra del Governo Meloni che segnerà il futuro dell’Italia

Nadef, cosa accadrà con la manovra del Governo Meloni che segnerà il futuro dell’Italia

Arriva il parere di un importante economista riguardo la manovra del Governo Meloni: cosa aspettarsi dalla Nadef.

Circa 140 pagine di testo che potranno definire, dal punto di vista economico e non solo, l’Italia attuale e quella dei prossimi anni. Parliamo della Nadef, ovvero la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza approvata dal Governo di Giorgia Meloni per la quale a Fanpage, il noto economista Marcello Degni ha dato il suo parere spiegando cosa ci si dovrà attendere.

Nadef, cosa aspettarsi dalla manovra del Governo

Giorgia Meloni

Tra le sottolineature dell’esperto di economia, spicca senza dubbio il passaggio sul debito dell’Italia che Degni spiega essere “la mossa più azzardata di tutto il testo”.

“Il debito pubblico italiano scende solo dello 0,1% tra il 2023 e il 2024, e poi fino al 2026 scende solo di 0,6 punti. Nel Def dello scorso aprile, per dire, la previsione era che sarebbe sceso di un paio di punti. E già non era moltissimo”, ha detto ancora Degni.

Una situazione che si potrebbe aggravare nel corso dei prossimi 3-4 anni a causa dei tassi di interesse.

Spiegando meglio la situazione: “Quando aumentano i tassi di interesse – come è avvenuto in questi mesi – non salgono solo le rate dei mutui, ma anche gli interessi che lo Stato italiano deve pagare a chi gli presta i soldi. Però l’Italia ogni anno prende in prestito solo una parte del suo debito pubblico, circa un settimo del totale. Questo è un fatto molto positivo, vuol dire che l’effetto negativo dei tassi d’interesse pesa solo su un settimo del nostro debito, cioè quello emesso quest’anno”.

Sebbene questa situazione pare essere posivita, “nei prossimi anni i tassi d’interesse resteranno alti, quindi più passa il tempo, più il loro effetto sarà pesante. Come una palla di neve che rotola e diventa sempre più grande”.

Lo spread e i mercati

Tale situazione di incertezza per il futuro porta a quello che ormai è noto come l’innalzamento dello spread che “in fondo è il premio che che chi compra il debito (gli investitori) richiede per finanziare il Paese: se c’è una maggiore incertezza, chiede un premio maggiore”.

Degni ha dato anche un suo personale giudizio sulla manovra del Governo Meloni: “La manovra, almeno stando alle informazioni che sono state diffuse finora, sembra un po’ un vaso di coccio con grosse incrinature. E speriamo non si rompa, perché chiaramente se si rompe sono danni per tutti”.

Secondo l’esperto, i numeri e le previsioni sono troppo ottimistiche: “La Nadef prevede un aumento del Pil dell’1,2% nel 2024, dell’1,4% nel 2025 e dell’1% nel 2026. I dati del 2024 e del 2025 sembrano particolarmente azzardati. Tra l’altro in quei tre anni si prospetta un aumento di un punto intero di Pil derivante solo dalle privatizzazioni: un punto di Pil sono venti miliardi di euro. Sono tanti. È abbastanza improbabile che avvenga”.