Il Movimento 5 Stelle si compatta il fronte anti-Di Maio. La base dei pentastellati mette in discussione il ruolo del leader dopo la disfatta umbra.
La sconfitta nelle elezioni in Umbria ha compattato il fronte anti-Di Maio nel Movimento 5 Stelle. Ai dissidenti storici si sono uniti gli scontenti, quelli che non hanno apprezzato la coalizione con il Pd sia a livello locale che a livello nazionale.
Nel Movimento 5 Stelle prende forma il fronte anti-Di Maio
Dopo mesi di opposizione isolata, gli esponenti del fronte anti-Di Maio si stanno ricompattando in un fronte che non può non allarmare il leader politico. E non è un caso che, nonostante le pressioni e le richieste di Conte, Di Maio abbia deciso di correre senza il Partito democratico in Emilia Romagna e in Calabria. Si tratta di una decisione forte, ma non si escludono ulteriori ribaltoni sotto i colpi del premier e di Beppe Grillo.
Al momento la richiesta dei ribelli è quella di modificare lo statuto del Movimento, la via più diretta per provare ad assestare un colpo alla leadership. Il problema è che anche i dissidenti non sono uniti.
Un MoVimento e tre anime
Di fatto il Movimento Cinque Stelle ha tre anime.La prima è quella istituzionale o gevernativa. È composta da chi sostiene la linea di Di Maio e si sforza per ottenere i migliori risultati possibili seguendo la strategia dei vertici del MoVimento. La seconda anima è quella che spinge a sinistra. Vogliono indebolire il leader per iniziare una stagione di governo che possa essere davvero collaborativa con il Partito democratico. Chiude la panoramica la terza anima, quella nostalgica dell’alleanza con la Lega e che guarda alla destra.
Gli scenari possibili sembrano due. Il primo: una delle anime riesce ad imporsi e potrebbe portare a una modifica strutturale e ideologica del MoVimento. La seconda: i Cinque Stelle potrebbero vivere una scissione che potrebbe avere ripercussioni sul governo.