Lo Stato di New York legifera per sfidare le sentenze della Corte Suprema degli Stati Uniti.
Il Senato dello Stato di New York ha approvato un emendamento per inserire nella sua Costituzione il diritto all’aborto e l’accesso alla contraccezione. Dopo la sentenza che ha sconvolto gli Usa della Corte Suprema cancellando la Roe vs Wade che di fatto stabiliva il diritto all’aborto a livello federale, i singoli stati stanno provvedendo a fare affidamento sulle proprie leggi.
Con questa misura si vieta anche ogni tipo di discriminazione razziale, etnica, sessuale. Ora deve essere approvata e sottoposta a referendum. Molti Stati democratici vogliono provvedere a inserire il diritto all’aborto nella propria costituzione per non far fede più a quella federale. Ma non è l’unica sfida dello Stato di New York.
Dopo che la Corte Suprema ha dato più diritti a chi possiede le armi facilitando il possesso e l’utilizzo, New York ha deciso di porre il divieto di portare le armi in luoghi pubblici e ponendo significative restrizioni al porto d’armi. La legge vieta di portare armi in luoghi come ospedali, centri per anziani, impianti sportivi, metro, bus e parchi.
La grande mela e Google contro le sentenze federali
“Non torniamo indietro. Pensano di cambiare le nostre vita con un colpo di penna ma anche noi abbiamo le penne” ha commentato la governatrice, Kathy Hochul. Con questa legge e con l’Equal Rights Amendment, lo Stato di New York prova a contrastare le assurde decisione della suprema corte. Garantisce il diritto all’aborto e l’accesso alla contraccezione, e proibisce la discriminazione basata anche sul genere e l’identità sessuale.
Anche Google ha cercato di fare la sua parte con un’importante decisione, ovvero quella di cancellare automaticamente i dati di localizzazione degli utenti che visitano una clinica dove viene praticato l’aborto. “Se i nostri sistemi identificano che una persona ha visitato una struttura (sensibile), rimuoviamo quelle voci dalla cronologia di localizzazione poco dopo la visita”, ha dichiarato i Jen Fitzpatrick, vicepresidente del gruppo californiano.
Democratici e attivisti per i diritti umani temono che i dati personali delle donne che abortiscono nelle cliniche possano essere rintracciati e usate contro di loro e contro chi le ha aiutate da procuratori conservatori che hanno vietato l’aborto.