Brutta notizia per Nicola Zingaretti: una Pec sbagliata potrebbe costargli circa 25mila euro di multa. Ecco cosa è successo.
Il 25 aprile doveva essere un giorno di festa per Nicola Zingaretti, pronto a intervenire pubblicamente probabilmente per attaccare il governo. Tuttavia, mentre la premier Giorgia Meloni parlava dall’Altare della Patria, il Fatto Quotidiano – come riportato da Libero Quotidiano – ha pubblicato una “brutta” notizia. Ovvero? Un errore nella trasmissione del rendiconto delle spese elettorali dell’ex presidente della regione Lazio, che potrebbe costargli una multa salata e mettere a rischio la sua carriera europea.

Nicola Zingaretti e un errore nella Pec: cosa è successo
Nicola Zingaretti si trova al centro di una bufera. Il motivo? Un errore nella Pec inviata al Collegio regionale di garanzia presso la Corte d’appello di Roma. L’atto, relativo al rendiconto delle spese sostenute durante la campagna elettorale europea, sarebbe stato inviato all’indirizzo sbagliato. Forse per un semplice punto o una virgola fuori posto, causando la mancata ricezione del documento.
L’invio corretto della documentazione è un obbligo per tutti i candidati, anche per quelli non eletti. Un adempimento necessario che, in caso di errore, comporta sanzioni. La situazione ha creato non poco scompiglio nello staff di Zingaretti, che ha cercato di minimizzare spiegando che “ci siamo accorti dell’errore e la Pec è stata di nuovo inviata correttamente“. Aggiungono inoltre: “L’inoltro contemporaneo alla Camera è stato regolare e l’invio sbagliato alla Corte d’Appello è stato subito evidente, quindi è stato rimandato tutto il fascicolo in tempo“.
Il rischio di una maxi multa
Nonostante la tempestiva correzione dell’errore, aggiunge Libero Quotidiano, per Nicola Zingaretti non sarà una questione da liquidare facilmente. Dal suo staff assicurano che “in ogni caso non è prevista la decadenza dell’elezione ma una sanzione pecuniaria“.
Una multa che, secondo quanto emerso, sarebbe pari a 25 mila euro. Una cifra considerevole, ma di certo meno drammatica rispetto alla perdita del seggio a Strasburgo. Il diretto interessato, come sempre in questi casi, ha fatto sapere tramite il suo staff che “non ci sono procedimenti aperti“.