Ancora una volta il Cremlino punta il dito contro gli Usa, attribuendo a Washington la responsabilità del sabotaggio di Nord Stream.
Recentemente sarebbe sorta un’indiscrezione che rivela il coinvolgimento dell’Ucraina nel sabotaggio del gasdotto Nord Stream, avvenuto durante la fine dell’estate del 2022. Lo hanno riferito numerose testate d’importanza internazionale.
Secondo quanto riferito dai media in questione, un gruppo pro Kiev sarebbe coinvolto nell’attacco del gasdotto, che ha causato innumerevoli disagi durante lo scorso anno per quanto riguarda le forniture di gas. In Italia la carenza di gas ha causato un’impennata dei prezzi senza precedenti.
Si riapre quindi il dibattito Nord Stream, il condotto del gas sabotato verso la fine dell’estate del 2022, che ha causato innumerevoli disagi in molteplici Paesi rimasti a secco di gas. Da parte della Russia la responsabilità è chiara: è colpa di Washington.
L’accusa a Washington
“Per noi è chiaro che Washington è responsabile per questo atto terroristico senza precedenti”, ribadisce il vice ministro degli Esteri Ryabkov. Secondo il vice ministro degli Esteri russo le esplosioni del gasdotto Nord Stream verificatesi nel 2022 sarebbero imputabili agli Stati Uniti. Durante il corso della guerra i rapporti tra Stati Uniti e Russia si sono complicati notevolmente.
Più volte il Cremlino ha puntato il dito nei confronti dell’Occidente ritenendolo responsabile della guerra con l’Ucraina, incolpando in maniera particolare gli Stati Uniti. Gli Usa sono il primo Paese fornitore di armi all’Ucraina. Da qui l’accusa di Mosca, che indica Washington come promotrice del conflitto.
Alcuni Paesi hanno detto la loro sulla vicenda. Da parte sua, il Cremlino ha definito l’accusa una “trovata mediatica” mentre la Germania dice di aspettare l’esito dell’indagine sorta in seguito all’indiscrezione. In questo senso è intervenuta anche l’Ucraina, che ribadisce di non centrare niente nel sabotaggio del gasdotto Nord Stream. È intervenuto anche il ministro della Difesa di Kiev, Oleksiy Reznikov. “Non è una nostra attività, sarebbe un complimento per le nostre forze speciali ma noi non c’entriamo con quello”. Sono queste le dichiarazioni di Reznikov, durante il Consiglio Ue Difesa informale in corso a Stoccolma.