Dieselgate, la Commissione UE avrebbe scoperto nuova manipolazione

Dieselgate, la Commissione UE avrebbe scoperto nuova manipolazione

Secondo quanto scrive il Financial Times, Bruxelles avrebbe scoperto un’alterazione al ‘rialzo’ dei valori delle emissioni da parte dei costruttori.

Secondo quanto riferisce un articolo della versione online del Financial Times, l’Unione Europea avrebbe scoperto le tracce di un nuovo dieselgate. Fin qui, le autorità inquirenti avevano messo nel mirino i software di controllo delle emissioni auto che, nei casi incriminati, venivano manipolati per attivarsi solo durante i test allo scopo di alternare i risultati, ‘abbassando’ i riscontri rispetto alle reali quantità di polveri inquinanti emesse dai motori a gasolio.

Un nuovo dieselgate per obiettivi meno ambiziosi

Secondo il FT, la Commissione Europea avrebbe rintracciato un diverso tipo di alterazione. In sostanza, i costruttori starebbero già manipolando le emissioni ma in direzione opposta, ovvero ‘peggiorando’ i risultati rispetto ai dati reali. Il motivo sarebbe piuttosto semplice. Nel 2020, quando dovrebbero entrare in vigore una nuova normativa (per fissare i target anti-emissioni per il periodo 2025-2030), le case automobilistiche, sulla base di riscontri meno ‘incoraggianti’, sperano di ottenere un regime di limitazione meno severo, ossia di non essere costretti a sviluppare unità che riducano in maniera drastica ed immediata le emissioni di CO2 (come sta provando a fare la Bosch), con ovvie ripercussioni in termini di costi.

In effetti, l’inasprimento sulle norme antinquinamento auto – che condizionano l’omologazione dei motori diesel di ultima generazione – rappresentano un problema per molti costruttori, spesso costretti ad inserire in gamma un modello ibrido o elettrico per far calare i valori medi delle emissioni dei propri modelli in commercio.

I ‘problemi’, da questo punto di vista, sono insorti quando l’UE ha accantonato il vecchio ciclo di omologazione NEDC per introdurre un nuovo test, il ciclo WLTP (Worldwide Harmonized Light Vehicle Test Procedure). Quest’ultimo entrerà ufficialmente in vigore il primo settembre 2018 ma alcune case automobilistiche stanno già aggiornando le motorizzazioni per rispettare i nuovi parametri.

Fonte immagine: https://www.flickr.com/photos/139632505@N03/23995457383

Le prime reazioni dell’UE

Arias Canete, commissario al clima, dalle colonne dello stesso Financial Times, ha espresso una posizione piuttosto chiara: “Non ci piacciono i trucchi, abbiamo visto cose che non ci soddisfano. Faremo tutto il possibile affinché i punti di partenza nei test siano reali”.

Il portale londinese riferisce anche di come il Joint Research Center (JRC) della Commissione UE abbia individuato le prove che indicano come i produttori stessero gonfiando i dati – il campione citato dal giornale corrisponde a 114 set di dati – emersi dai test per le emissioni auto in modo che i risultati risultassero gonfiati, peggiori di quanto in realtà non fossero. Pare, infatti, che gli stessi veicoli, testati mediante misuratori standard, avessero offerto riscontri differenti e migliori. Come scritto dallo stesso Centro di Ricerca, i test venivano effettuati su veicoli con batteria scarica, in modo tale da registrare un consumo maggiorato di carburante, necessario alla ricarica della stessa.

Fonte immagine: https://www.flickr.com/photos/54109808@N08/6891104805

Fonte immagine: https://www.flickr.com/photos/139632505@N03/23995457383